Si dice dispiaciuto soprattutto per la bocciatura del provvedimento sul south working, una scelta contro la Sicilia e i giovani siciliani non certo contro il governo ma al tempo stesso pronto a ripartire con analogo spirito per fare le cose che servono all’Isola: “Riproporremo la south working perché il suo affondamento è stato un voto contro i ragazzi siciliani” annuncia il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine del festival del giornalismo enogastronomico che si tiene a Galati Mamertino. Il governatore non ha intensione di darsi per vinto dopo il giovedì nero dell’Assemblea regionale siciliana e prepara già i prossimi passi.
Saranno riproposte tutte le misure importanti
“E’ una misura importante – ha sottolineato – perché consente ai ragazzi di poter tornare qui, incentivando le imprese che consentono il lavoro a distanza” dice ancora riferendosi al south working. Poi, conversando con i giornalisti, Schifani aggiuge che il governo ripresenterà anche il fondo per l’editoria e le misure relative al film su Biagio Conte.
Mi chiamano diesel, quando parto non mi fermo più
“Sono del segno zodiacale del Toro, mi chiamano diesel. È dura, lavoriamo, certe volte uno si stanca, ma quando uno vuole va avanti” ha poi detto frail serio e il faceto il Presidente chiacchierando con i giornalisti a cominciare dall’organizzatore del festival, il giornalista del Sole 24 Ore Nino Amadore.
Schifani ha spiegato di essere intervenuto “per dare un segno di presenza da parte del Presidente della Regione e, chiaramente, del Governo regionale. È giusto che ci facciamo sentire vicini: il tema delle aree interne è stato richiamato più volte; il tema della viabilità, della qualità della nostra produzione – perché quella locale è davvero di eccellenza – e quello dei canali di sbocco e della commercializzazione sono tutti molto importanti”.
Tante risorse da investire
“Per ora siamo ricchi, il problema è spendere. Riuscire a spendere non dipende da me. La provvista il Governo l’ha fatta. Abbiamo un boom economico grazie alla politica che stiamo attuando e una previsione per il 2025 di un ulteriore aumento delle entrate, pieno. È un dato consolidato: questi sono i segnali. Il risanamento dei conti, il boom economico, l’interesse turistico – per quest’ultimo è stato prorogato di un mese, su richiesta di Federalberghi, il bando Turismo Sicilia. Se dovesse avere un ottimo risultato, siccome sono fondi Fsc, cercherò di fare qualche correzione per rimpinguarlo” ha aggiunto Schifani, poi sui Fondi di Sviluppo e Coesione, ha annunciato un incontro con il ministro per gli Affari europei, il Sud e le Politiche di Coesione, Tommaso Foti.
I fondi Fsc e la rimodulazione con un anno in più per gli interventi
“La prossima settimana incontrerò il ministro Foti – bravissima persona – per sistemare il cronoprogramma degli Fsc. Stiamo andando bene, ma cercheremo di migliorare. Ci vado a nome di tutte le Regioni, perché presiedo la Conferenza delle Regioni su questo tema, e tutte chiedono all’unisono la rimodulazione dei cronoprogrammi. Molti hanno chiesto lo spostamento di un anno: siamo al primo anno di Fsc, quindi sono fiducioso. Riuscire a far andare avanti i fondi Fsc per la Sicilia vuol dire terme, fondo turismo, termovalorizzatori”.
“I fondi Fsc sono gestiti in maniera più snella, non passano dal Parlamento regionale, dalla visione parlamentare, e li’ mi taccio”.
Aree interne, viabilità e investimenti
Dal palco della tenuta Drago a Nasera dove si svolge il festival Schifani e poi intervenuto per parlare di viabilità ed aree interne, tutela del made in Sicily e investimenti in infrastrutture.
“Stiamo lavorando per l’interconnessione della viabilità -ha detto il presidente della Regione – un tema cruciale per le aree interne e strettamente correlato proprio alla promozione dei prodotti del territorio. Ci sono stanziamenti per decine di milioni di euro per il risanamento delle strade provinciali”.
E parlando di prodotti tipici e locali il governatore ha affrontato anche il tema della Pac, la politica agricola europea attualmente al centro di un forte dibattito da Strasburgo a Bruxelles “la pac deve proteggere il nostro grano e in generale i nostri marchi di qualità”






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