Un accordo ‘di ferro’ fra il pentito ex boss e l’imprenditore vicino a Cosa Nostra. un accordo “alla “vecchia maniera” per tutelare gli interessi economici della cosca. E così hanno chiamato anche l’operazione della polizia che ha portato a scoprire l’accordo fra il pentito ‘infedele’ e l’imprenditore.
Così il pentito è finito agli arresti. Dalla località protetta dove si trovava, secondo gli inquirenti, puntava a ‘tornare alla gestione dei suoi interessi.
Si tratta di Carmelo Bisignano. Aveva iniziato a collaborare nel 2010, ma continuava a gestire affari e a esercitare un ruolo nel suo clan. Cinquantuno anni, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa in quanto capo della cosca mafiosa dei Mazzaroti, in base alle intercettazioni continuava a controllare le sue attività a Mazzarrà Sant’Andrea nel Messinese.
Proprio nelle intercettazioni gli inquirenti hanno ascoltato il suo intervento in difesa di un imprenditore di Mazzarrà che aveva subito intimidazioni e incendi dal racket del pizzo. Bisognano aveva detto a chiare lettere agli uomini del racket che quell’imprenditore andava lasciato in pace.
Melo Bisignano, infatti, aveva un interesse diretto nell’azienda di cui era formalmente titolare l’imprenditore, Marino Tindaro, 56 anni, anche lui tra gli arrestati.
Tindaro non è una nuova conoscenza. Era stato già arrestato il 24 giugno 2011 nell’ambito dell’operazione Pozzo 2 e condannato il 14 gennaio in via definitiva per concorso in associazione mafiosa ed era detenuto ai domiciliari.
I due avevano stretto un patto. Bisignano, nella sua veste di collaboratore, si era impegnato a rilasciare dichiarazioni più favorevoli nei suoi confronti per alleggerirne la posizioni e Marino, in cambio, aveva promesso cospicue somme di denaro e di coinvolgerlo nella sua attività imprenditoriale. Per evitare di essere scoperti i due avevano messo su una società intestata a prestanome ma della quale erano, di fatto, titolari entrambi.
I titolari di facciata erano in tutto quattro finiti adesso indagati. in manette è finito, invece il presunto mediatore di Barcellona Pozzo di Gotto Angelo Lorisco.
La società di comodo di Bisignano e Tindaro era fiorente e attiva nel settore dei lavori pubblici dal Messinese fino a Palermo, cosa questa che prelude ad un ampio prosieguo di indagini
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