Non c’è alcun motivo di andare a rimpasto nella giunta Schifani ne altrove. Le regole di ingaggio sono e restano quelle del 2022. E’ questa la sostanza della risposta leghista alle affermazioni autonomiste. A distanza di oltre una settimana dalle elezioni provinciali e a 5 giorni dalle affermazione del leader MpA Raffaele Lombardo, la Lega, uno dei partiti nel mirino di Lombardo, rompe il silenzio. E lo fa con un no pronunciato fra le righe della analisi del voto.

L’analisi del voto per le provinciali

“Le recenti elezioni provinciali di secondo livello hanno confermato che in Sicilia il centrodestra è maggioranza. Come Lega siamo soddisfatti dei risultati raggiunti e lavoriamo per consolidare il consenso in vista dei prossimi appuntamenti elettorali” dicono i leghisti in una nota diffusa a seguito della direzione regionale del partito ovvero la “Lega per Salvini premier”, riunita dal segretario regionale Nino Germanà a Messina.

Minare la coalizione è un grosso azzardo

“Vogliamo però sottolineare che per noi l’unità del centrodestra è sacra, e se c’è qualcuno, nella coalizione, che ha l’idea di minare la maggioranza che alla Regione sostiene il presidente Renato Schifani, sappia che sta facendo un grosso azzardo e un’ingiustificabile errore. Per quel che ci riguarda, non ci sono alternative al modello che ha visto i partiti del centrodestra allearsi attorno alla candidatura di Schifani” si legge ancora in una nota che chiude la porta ad ogni trattativa presente e futura.

Lombardo e la richiesta del secondo assessore

L’ex presidente della regione, Raffaele Lombardo, non la vede, però, così ed aveva contestato alla base proprio il principio del non cambiare nulla sostenendo che le indicazioni venute dalle elezioni europee prima e dalle provinciali adesso hanno comunque cambiato gli equilibri. A conti fatti, secondo Lombardo, il peso elettorale e il numero di deputati in base alle regole attuali farebbe sì che agli autonomisti spettino non uno ma due assessori. Dunque non basta la sostituzione di Roberto Di Mauro con Francesco Colianni. Lombardo rivendica un secondo posto in giunta visto che gli alleati di pari peso (Dc e Lega) ne contano già due ciascuno.

La risposta della Dc

La risposta della dc era arrivata nel fine settimana per bocca del segretario Cirillo che aveva, invece, spostato l’attenzione dalla Regione siciliana al comune di Palermo: “Se per rimettere insieme le tante ipocrisie (riferimento alle spacccature dovute alle elezioni di secondo livello nelle ex province ndr) si deve – come dice Raffaele Lombardo leader di Grande Sicilia – ripartire dal rimpasto nel governo di Centrodestra, dia lui l’esempio, parta dal Comune di Palermo, dove il sindaco è parte importante del suo nuovo partito Grande Sicilia”.

“Lo faccia dando equilibrio al giusto peso che hanno i partiti in giunta, cominciando proprio dalla Democrazia Cristiana che, da oggi, con l’adesione del consigliere Puma, che ringraziamo per la Sua scelta coraggiosa, ha ben sei consiglieri e un solo assessore. Ma riteniamo che bisogna andare oltre le logiche delle poltrone e dei rimpasti e per una volta guardare alle soluzioni dei tanti problemi urgenti. La Sicilia ha bisogno di una svolta, non di nuovi equilibri tra correnti e poltrone. Serve coraggio, serve visione. E soprattutto serve responsabilità, cominciando ad affrontare il problema più grande – la dispersione della più grande risorsa che abbiamo – i nostri giovani”, concludeva Cirillo.