Il dibattito sulla legalizzazione della cannabis è attuale più che mai. Si tratta di una questione di etica ma anche economica. Occorre capire bene cose accadrebbe se passasse la legalizzazione o se invece, al contrario, le droghe leggere restassero vietate come lo sono oggi.

A fare il punto della situazione è la rivista BeLeaf.
Negli ultimi anni, numerosi e frequenti sono stati gli studi che hanno analizzato dati e statistiche per cercare di capire se conviene legalizzare la cannabis facendo un’analisi costi-benefici.

Secondo il report annuale dello European Monitoring Centre for Drugs and Drugs Addiction (EMCDDA), il 9,2% degli italiani ha fatto uso almeno una volta di cannabis o derivati, la percentuale sale al 19% per i giovani adulti (15–34) e al 27,4% per i 15–16enni. In Europa siamo secondi per consumo nella fascia 15–34 (sopra, solo la Francia), e al quattordicesimo posto su scala mondiale.

Si tratta comunque di dati da prendere ‘con le pinze’ dal momento che si tratta di un mercato illegale e dunque sommerso.

La relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia nel 2014 calcolava che il mercato consumasse fra le 1.500 e le 3.000 tonnellate annue di cannabis (i numeri però si basano sui quantitativi di droga sequestrata).

Nella Relazione in Parlamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, le stime erano diverse perché si basavano invece sui dati ISTAT. L’istituto di statistica stimava intorno ai 14,1 miliardi la spesa dei consumatori per droga (tutta) nel 2014. Ma “solo” il 28,2%, che corrisponde a quasi 4 miliardi, rappresentava la spesa per la cannabis e derivati (quindi lo 0,25% del PIL del paese). Ma c’è anche un altro studio, quello di AquaDrugs; condotto per il Dipartimento delle Politiche Antidroga, analizza i residui dei principi attivi delle varie droghe nelle acque e stima il consumo per circa 830.000 kg di cannabis annue.

Questi dati sono stati analizzati dall’Università di Messina che ha voluto, con un apposito studio, stimare quali sarebbero le entrate per lo Stato legalizzando la cannabis e applicando una tassazione pari a quella per le sigarette che ha un’aliquota del 75%.

Ferdinando Ofria, professore associato all’Università di Messina, e il suo team, hanno quindi ipotizzato un prezzo medio di mercato intorno a 10 euro a dose. Ebbene, il beneficio economico per lo Stato sarebbe pari a circa 6 miliardi di euro, numero ottenuto semplicemente dalla stima di consumo di cannabis moltiplicato per il prezzo medio di mercato.

Ne consegue che la regolamentazione del mercato delle droghe leggere porterebbe a 541,67 milioni la diminuzione per le spese di magistratura carceraria (calcolate sul numero di detenuti arrestati per possesso di droghe leggere) e 228,37 milioni di euro per spese legate ad operazioni di ordine pubblico e sicurezza.

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