Da “All at once” a “Greatest love of all”, da “Saving all my love for you” a “I will always Love You”, nessuna come Whitney Houston, col suo inconfondibile timbro e una forza interpretativa unica, ha saputo cantare l’universalità dell’amore in tutte le sue complesse e differenti sfumature.

Quel meraviglioso repertorio interpretato in chiave jazz dall’artista siciliana Lucia Garsia con la propria personale vocalità e con il sound dell’Orchestra Jazz Siciliana, diretta dal Maestro Domenico Riina, che, pur non snaturando la carica romantica e passionale delle canzoni, svelano lati inediti della loro coinvolgente bellezza senza tempo. Special guest della serata Silviu Dima 1° violino del Teatro Massimo di Palermo, il tutto con un suono accompagnato dagli archi, per il concerto che si terrà giovedì 9 agosto al Teatro Antico di Taormina alle ore 21.30.

Silviu Dima ha iniziato gli studi del violino in Romania sotto la guida Hamza Iuliu vincendo vari concorsi nazionali per violino. Trasferitosi in Italia nel 1984 ha vinto il I° premio al Concorso Internazionale di violino «Città di Stresa». Si è diplomato presso il Conservatorio di L’Aquila con il massimo dei voti.

Ha svolto intensa attività di musica da camera suonando per alcuni anni con «I Solisti Aquilani», ha inoltre svolto attività da solista sostenendo tourneè in Spagna e in Romania. Ha sostenuto numerosi corsi di perfezionamento con Mariana Sirbu, Corrado Romano, Zinaida Gilels e Pavel Vernikov. Meditato a lungo, rielaborato e perfezionato sia nel repertorio che negli arrangiamenti, intende restituire le più belle canzoni di Whitney in una inedita e affascinante prospettiva jazz.

“Mi emoziona sempre – dice Lucia Garsia – interpretare i successi di una cantante come Whitney Houston accompagnata dall’Orchestra Jazz Siciliana e la magnifica Strings Orchestra, il coro meraviglioso ed insostituibile, per non parlare del nostro straordinario direttore il M° Domenico Riina, ce ha arrangiato ed orchestrato l’intero concerto. Di lei e delle sue canzoni adoravo tutto: timbro, intensità, melodia, ritmo e quella straordinaria capacità di svagare tra tutte le diverse espressioni della musica americana, ignorando ogni confine di genere”. A

nche se la cifra espressiva di Houston aderisce ad un’estetica sostanzialmente pop, in realtà la cantante, come buona parte degli artisti statunitensi, non concepiva che la musica fosse recintata da steccati stilistici e le sue interpretazioni recano costantemente il segno dello sfaccettato e complesso universo poetico neroamericano, dal blues al funk, dal gospel al rhythm’n blues, dal soul all’hip hop. “La vera sfida di questo concerto – prosegue Garsia – è proporre brani famosi come “All at once”, “I have nothing”, “Saving all my love for you”, “I wanna dance with somebody” o “I will always love you” in chiave jazz ma senza stravolgerne lo spirito originale perché quelle di Whitney sono canzoni nate già perfette”.

L’impaginazione del concerto scandaglia un po’ tutto l’arco artistico della cantante americana, partendo dalle prime affermazioni dei tardi anni Settanta e soffermandosi sui primi tre album (seconda metà degli anni Ottanta e primi Novanta) che ne decretano il successo planetario ma non trascura il ricordo della Houston come efficace attrice cinematografica in “The Bodyguard” del 1992 la cui colonna sonora (quasi 50 milioni di copie vendute) si è affermata come quella di maggior successo di tutti i tempi.“Whitney era straordinaria qualunque cosa interpretasse – conclude Garsia – sia per bellezza e unicità di timbro vocale sia perché sapeva piegare la tecnica alla forza delle emozioni. Sapeva sempre arrivare dritta al cuore. Le sue ballads rivelano il mio lato più emotivo e passionale, i pezzi più ritmati mi divertono, mi eccitano e fanno emergere i miei trascorsi giovanili di danzatrice. Sono tutte ragioni che rendono questo concerto tra i più impegnativi della mia vita”.