Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la Letteratura nel 2010, intervenuto a Taobuk, a Taormina, ha lanciato una dura accusa: «Molti governi hanno utilizzato la pandemia per limitare la libertà e tutto questo è inaccettabile, perché è un processo irreversibile».

Lo scrittore peruviano, 84 anni, che al teatro greco ha ricevuto il Taobuk Award, ha rimarcato che «la libertà di stampa non va limitata», sottolineando che «dobbiamo accettare le restrizioni che i medici stabiliscono, però credo che l’accettazione delle restrizioni sia pericolosissima per il futuro della democrazia e della libertà».

Mario Vargas Llosa ha poi denunciato che «il livello medio della politica si è abbassato in tutto il mondo. È un fenomeno mondiale. Dal primo al terzo mondo. I migliori, i più intelligenti i più colti non vogliono avere nulla a che fare con la politica. Quasi gli fa schifo, sembra un’attività corrotta e sporca, un’attività a cui non vale la pena dedicare la vita. Così i più intelligenti diventano funzionari e lasciano la politica ai mediocri a quelli che non sono molto intelligenti e questo fa si che la politica si sia impoverita».

Ma per lo scrittore considerato tra i maggiori in lingua spagnola del Novecento «la politica può essere un mezzo straordinario per denunciare ciò che non funziona attraverso la politica si può trasformare una società. Si può migliorare. Ma perché ciò accada è necessario che i giovani cerchino il sogno e gli ideali».

Infine, l’attacco a Donald Trump: «Non avremmo mai immaginato che gli Stati Uniti potessero arrivare a una discesa tale da farsi governare da uno come Trump, è una cosa incomprensibile. Trump è una persona mediocre e senza cultura, un povero disgraziato, un grullo che ha governato in modo indecoroso». E ancora: «Trump ha governato rompendo tutte le alleanze e associandosi con i tradizionali nemici degli Usa. Il presidente Usa ha creato una confusione incredibile a livello mondiale. Ciò è la dimostrazione evidente che la politica è diventata sempre più mediocre».