Non è ancora finita la partita sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto nonostante le due bocciature della Corte dei Conti. Ne è certo l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, che ha indicato le soluzioni nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità. “Le considerazioni della Corte, i rilievi presentati non riguardano l’aspetto ingegneristico del progetto, non riguardano in nessun modo la fattibilità dell’opera” ha affermato il manager.

La soluzione individuata da Ciucci

Secondo l’ad la nuova carta da giocare è un pressing verso la magistratura contabile con “una richiesta motivata di registrazione per superiori interessi riguardanti il Paese, al che la Corte in questo caso dovrebbe per prima cosa verificare se i motivi del rifiuto, che ancora non conosciamo, sono nel frattempo stati superati magari da un’integrazione in documentazione e in quel caso, se superati, a rilasciare un avvisto ordinario per la registrazione” , inoltre se la Corte ritenesse che “queste motivazioni non siano superate scatterebbe una registrazione con riserva di cui è previsto che venga data notizia con cadenza quindicinale al Parlamento di tutti i documenti, provvedimenti registrati con riserva”.

Cosa è la richiesta motivata di registrazione

Quando la Corte rileva vizi di legittimità in un atto ne rifiuta la registrazione, impedendone l’entrata in vigore.
In casi eccezionali, il Governo può richiedere la registrazione dell’atto “per superiori interessi” della Nazione, nonostante il parere contrario della Corte.

Questa richiesta deve essere, per l’appunto, motivata per iscritto, evidenziando le ragioni di preminente interesse pubblico che giustificherebbero il superamento del rilievo di legittimità. Se il Governo procede con questa richiesta formale, la Corte registra l’atto con riserva. L’atto acquista comunque efficacia, ma la riserva segnala che permangono i dubbi di legittimità da parte dell’organo di controllo.

Ciucci: la registrazione darebbe immediata efficacia

Secondo l’ad della società Stretto di Messina, la registrazione con riserva darebbe  “un’immediata efficacia ai provvedimenti a cui si riferisce, tuttavia può presentare o presenterebbe delle potenziali criticità per lo sviluppo successivo di un progetto destinato ad avere un periodo di realizzazione lungo. Ovviamente – ha aggiunto come riporta l’AGI – il tutto dipende dalle motivazioni che sono la base di quest’eventuale ricusazione e che verrebbero superate con un’eventuale registrazione con riserva. In alternativa a questo, ci potrebbe essere la decisione di un riavvio dei due procedimenti che verrebbero integrati, modificati, per rispondere e conformarsi ai commenti e alle motivazioni della Corte”.

Completamento opera nel 2033

Nel corso della sua audizione, Ciucci ha detto che, “nel 2033, con il completamento dell’opera  si aprono scenari del tutto nuovi che renderanno superato il concetto di insularità per una regione con 5 milioni di abitanti che, come valutato da uno studio condotto dalla Regione Siciliana, ha un costo annuale di circa 6,5 miliardi di euro pari al 7,4 per cento del Pil regionale, a valori correnti dell’anno 2018. Sarà un cambiamento epocale per la qualità della vita, la mobilità, il tessuto produttivo. Aperto 365 giorni l’anno 24 ore su 24, senza alcuna interruzione di traffico, è lo strumento per dare continuità a strade e ferrovie rendendo sostenibile il prolungamento dei servizi ad alta velocità in Calabria e in Sicilia”.

Nicita (Pd): “Aumenteranno i costi dell’isularità”

Il vicecapogruppo Pd al Senato e capogruppo nella Bicamerale Insularità, Antonio Nicita, ha criticato l’ad della società Ponte sullo Stretto.  “In un eccesso di entusiasmo, oggi la società Stretto di Messina in audizione ha comparato il costo dei 13 miliardi del Ponte con il costo dell’Insularità siciliana, che uno studio terzo indica in circa 6 miliardi l’anno. Si tratta di stime e controfattuali non comparabili. La stima di 6 miliardi infatti rappresenta il costo-opportunità del risparmio triennale in termini di PIL che una riduzione del 30% dei costi e tempi di trasporto totale dentro l’isola comporterebbe. Per dire, anche nei tempi di percorrenza tra Enna e Trapani, tra le quali, ci pare non sia ancora previsto alcun Ponte”.

“Con una battuta -aggiunge Nicita – ci auguriamo che la metodologia usata per la costruzione dei controfattuali per le analisi d’impatto sia stata più solida. Al contrario, proprio la sottrazione di miliardi FSC a infrastrutture siciliane di trasporto per destinarle al Ponte aumenterà i costi-opportunità del trasporto interno dei siciliani. Il che è un paradosso: un Ponte – conclude il senatore Pd – che aumenta anziché ridurre i costi dell’insularità”.