L’Assemblea straordinaria degli azionisti ha approvato all’unanimità la proposta formulata lo scorso 31 ottobre dal consiglio di amministrazione della Società, illustrata dall’amministratore delegato Pietro Ciucci, di procedere ad un aumento di capitale di Stretto di Messina riservato al Ministero dell’economia e delle finanze, per complessivi 370 milioni di euro.
L’aumento di capitale verrà sottoscritto dal Ministero dell’economia e delle finanze entro il 18 dicembre 2023. Ad esito di tale operazione il capitale sociale di Stretto di Messina ammonterà a 672,5 milioni di euro, ridefinendo l’assetto della compagine azionaria della Società: Ministero dell’economia e delle finanze 55,16%; Anas 36,70%; RFI 5,83%; Regione Siciliana e Regione Calabria rispettivamente 1,16%.
L’Assemblea straordinaria ha inoltre deliberato le modifiche statutarie conseguenti all’aumento di capitale.
Ciucci, “Ulteriore passo avanti che dà concretezza maggiore al progetto”
“Sotto l’aspetto finanziario – ha commentato l’Amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci – è un ulteriore passo avanti che offre una crescente concretezza al progetto. La Società è fortemente impegnata nel rispetto degli obiettivi indicati dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dal governo e fissati per legge. Con l’operazione il Ministero dell’economia e delle finanze assume il ruolo di primo azionista, con una compagine azionaria che prevede la partecipazione fondamentale delle Regioni Sicilia e Calabria e di Anas ed RFI”.
Ponte, Rixi “Sicilia-Calabria in due minuti anziché in due ore”
Oltre undici miliardi di investimenti per collegare la Sicilia alla Calabria, rivoluzionando il ruolo dell’Isola sul fronte europeo ed internazionale, facendola diventare un hub commerciale capace di attrarre investimenti. E’ questa l’idea del viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, intervenuto alcuni giorni fa a Palermo nell’ambito del dibattito sulla futura riforma del comparto portuale. Ed è inevitabile, chiaramente, fare delle domande relativamente all’impatto che proprio l’opera voluta fortemente dal ministro Matteo Salvini avrà sugli scali di Messina e Villa San Giovanni.
Ponte sullo Stretto e l’impatto sui porti
“I porti di Messina e Reggio Calabria dovranno specializzarsi su una serie di attività – ha detto il viceministro -. Ad esempio, rimarrà tutto il sistema di traghettamento veloce. Ma non ci sarà più la necessità di un traghettamento dei convogli ferroviari e delle merci sui tir. Mezzi che potranno fare quel tragitto in due minuti e non più in due ore. Questo vuol dire avvicinare la Sicilia al centro dell’Europa, mantenendola al centro del Mediterraneo”. Un cantiere che dovrebbe partire l’anno prossimo, con la posa della prima pietra. Poi verrà la parte difficile, ovvero realizzare un’opera architettonica che rappresenterebbe un balzo in avanti per tutto il territorio nazionale e, perché no, europeo. “La Sicilia diventerà un importante hub sugli investimenti a livello internazionale – sottolinea Rixi -. Credo che questa sarà la scommessa del futuro”.
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