Sequestro di 83 Cardellini operato nella mattinata di domenica dalla Guardia di Finanza di Messina.
Le Fiamme Gialle sono intervenute in piazza del Popolo, un luogo storico della città dello Stretto, utilizzato per la vendita di uccelli e tra questi proprio il superprotetto Cardellino. Si tratta, infatti, di un animale tutelato sia dalla normativa nazionale che da quella comunitaria.
A monitorare il mercato erano stati nei giorni scorsi gli esperti del CABS, il nucleo di volontari antibracconaggio con sede a Bonn che operano in più paesi del Mediterraneo. In Sicilia, in particolare, sia sul mercato dei Cardellini di Messina che su quello, ben più grande, di Ballarò a Palermo. In particolare i volontari avevano notato come i venditori avevano messo in pratica alcuni accorgimenti per eludere i controlli delle Forze dell’Ordine. Le piccole gabbie che tenevano imprigionati i Cardellini, venivano tenute all’interno di buste di plastica celate dai contenitori contenenti gli animali domestici.
Il tempestivo intervento della Guardia di Finanza ha così comportato il sequestro degli animali e la loro liberazione.
Il Cardellino è il principale appartenente alla famiglia dei Fringillidi ad essere oggetto di un attivo bracconaggio. Catturato con le reti, viene poi venduto per essere tenuto in gabbia ed allevato per il canto. Recentemente le Forze dell’Ordine hanno messo in campo una più efficace attività di repressione del fenomeno. A Palermo, nel mercato di Ballarò, sono più volte intervenuti i Carabinieri che hanno ormai denunciato diverse persone e sequestrato centinaia di piccoli animali. In un solo intervento portato a segno dal Corpo Forestale della Regione Siciliana, sono stati poi rinvenuti nelle disponibilità di un singolo soggetto ben 400 Cardellini. Un dato, quest’ultimo, che fa pensare come gli animali catturati siano ben superiori a quelli esposti nel mercato. La stima giornaliera, valida per un numero di circa sette-otto bracconieri, era infatti di 300-400 Cardellini.
Da rilevare come l’Unione Europea ha aperto nei confronti dell’Italia il cosiddetto fascicolo EU Pilot, propedeutico alla procedura d’infrazione dovuta, in questo caso, alla mancata repressione del bracconaggio.
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