Ben 165 Pangolini, sequestrati dalle autorità del Laos. Gli animali erano nel possesso di alcuni trafficanti e, stante l’uso più comune, sarebbero stati destinati alla medicina tradizionale orientale. Del piccolo mammifero insettivoro si utilizzano sia la carne che le scaglie.

Dell’intervento, avvenuto nelle scorse ore, ne da comunicazione l’ONG Wildlife Friends Foundation Thailand che riferisce altresì di tre persone arrestate. Il fermo è avvenuto nei pressi del fiume Mekong al confine con la Tailandia.

I tre arrestati sono i guidatori di due furgoncini ed una terza persona che si sospetta essere l’intermediario del commercio illegale. Si tratterebbe di un noto trafficante del Laos. La destinazione finale sarebbe stata la Cina dove è noto il consumo dei Pangolini. Secondo l’ONG è probabile che il carico, pari a circa una tonnellata di Pangolini, provenisse dall’isola di Sumatra, in Indonesia, e dalla Malesia. Poi il tragitto attraverso la Tailandia e da qui il confine con il Laos.

Si tratta di una specie protetta dalla Convenzione di Washington sul commercio di specie rare e minacciate di estinzione. Il commercio illegale, afferma sempre Wildlife Friends Foundation Thailand, è ancora dilagante per via dei forti guadagni e del potere corruttivo che questi riescono a generare.

Purtroppo, nel caso ora comunicato, alcuni Pangolini sono stati trovati morti. Tutti gli altri sono stati invece trasportati in un Centro specializzato nel recupero.

Il Pangolino, presente con più sottospecie sia in Asia che in Africa, ha abitudini prevalentemente notturne. Gli studi, comprese le stime delle popolazioni selvatiche, sono pertanto molto difficili. Talmente alta è la richiesta del piccolo mammifero che i trafficanti asiatici, già da tempo, riescono ad approvvigionarsi in Africa. Numerosi sequestri sono recentemente avvenuti nell’area portuale di Hong Kong.
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