Una nuova aggressione omofoba a Roma riaccende il dibattito sulla sicurezza e i diritti delle persone LGBTQIA+.
Una violenza improvvisa, in pieno centro, sotto gli occhi di tutti. È successo a Roma, dove un giovane di 25 anni è stato aggredito brutalmente da un gruppo di ragazzi. Non era un caso: si è trattato, secondo quanto denunciato, di una violenza a sfondo omofobo.
L’episodio è avvenuto nella notte tra sabato 13 e domenica 14 settembre 2025. Vittima: Alessandro Ansaldo, romano, rientrato da Londra dopo gli studi musicali. Il ragazzo stava tornando da una festa universitaria, nei pressi di piazza Venezia, quando è stato accerchiato e pestato da almeno dieci giovani, tutti con accento romano.
Aggressione omofoba a Roma: un’altra notte di violenza
Tutto è avvenuto in pochi minuti, su corso Vittorio Emanuele II, all’altezza di largo Argentina. Ansaldo era solo, aveva in mano un ventaglio, un dettaglio che avrebbe innescato la violenza. Uno degli aggressori glielo ha strappato, distrutto e subito dopo lo ha spintonato. Gli ha urlato: “fro..io di me..a”, sputandogli addosso.
Il giovane ha tentato di allontanarsi, ma è stato raggiunto da una serie di pugni al volto e alla testa. A colpirlo sarebbero stati almeno dieci ragazzi, tra i 18 e i 22 anni. Alcuni lo hanno aggredito frontalmente, altri da dietro. È stato spinto a terra, preso a calci, insultato, derubato del telefono, che è stato poi lanciato lontano.
Un’aggressione sistematica e coordinata, da parte di un branco. Il tutto – secondo il racconto – sotto lo sguardo di altre persone, alcune delle quali avrebbero assistito in silenzio, forse filmando la scena.
Ferite fisiche e psicologiche: venti giorni di prognosi
Alessandro è stato soccorso da un’ambulanza e trasportato all’ospedale Santo Spirito. La diagnosi: trauma cranico-facciale, frattura del naso, contusioni alle costole. I medici hanno prescritto una prognosi di almeno venti giorni.
Ma oltre alle ferite fisiche, restano quelle emotive. “Sono stato picchiato e insultato mentre altri guardavano”, ha raccontato il giovane, visibilmente provato. Ha subito sporto denuncia ai carabinieri. Insieme alla madre, Yasmin Taskin, giornalista, ha lanciato un appello: “Crediamo che abbiano anche filmato tutto e quel gruppo li ha minacciati per quei video. Li prego come madre di aiutare mio figlio ad avere giustizia”.
Solidarietà dal Partito Gay Lgbt+: “Una realtà concreta”
Il caso ha subito acceso l’attenzione pubblica. Il Partito Gay Lgbt+, per voce del suo portavoce Fabrizio Marrazzo, ha espresso solidarietà ad Alessandro.
“Alessandro è stato nostro attivista nel 2021, prima di trasferirsi a Londra per proseguire gli studi, e partecipò alle nostre manifestazioni e sit-in. Ha riportato un trauma cranico-facciale, la frattura del naso e contusioni alle costole, con una prognosi di almeno venti giorni, dopo essere stato picchiato e insultato da un branco di dieci giovani”. — Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay Lgbt+
Marrazzo ha sottolineato come l’aggressione sia l’ennesima conferma che “l’omofobia è purtroppo una realtà concreta e diffusa nel nostro Paese”, e ha ribadito l’importanza di leggi a tutela della comunità LGBTQIA+.
Appello ai testimoni: “Video e testimonianze possono fare la differenza”
Il Partito Gay Lgbt+ invita chiunque abbia visto o ripreso l’aggressione a farsi avanti. Marrazzo ha dichiarato: “Chiunque abbia assistito o ripreso l’aggressione con il cellulare è invitato a contattarmi direttamente o a rivolgersi alle forze dell’ordine. Le immagini e le testimonianze possono essere decisive per assicurare alla giustizia i responsabili di questo vile attacco”.
Il portavoce ha anche chiesto di acquisire le registrazioni delle telecamere pubbliche e private della zona: “così da non perdere alcuna prova utile all’identificazione degli aggressori”.
Al fianco della vittima ci sarà anche l’avvocata Marina Zela, attivista del partito, pronta a offrire supporto legale gratuito.






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