Oggi, mercoledì 8 marzo, è la Giornata Internazionale della Donna e, in Italia, si regalano le mimose. Come mai?
La tradizione di regalare le mimose alle donne l’8 marzo ha origine negli anni ’40 del Novecento, quando Teresa Mattei, una femminista italiana, scelse questa pianta come simbolo della festa della donna.
La scelta della mimosa fu dovuta alla sua fioritura precoce e al suo colore giallo brillante che simboleggia la vitalità e l’energia delle donne. Da allora, la mimosa è diventata il fiore simbolo della Festa della Donna in Italia e viene regalata come segno di affetto e di stima verso le donne.
Il gesto del regalo vuole essere un riconoscimento dei diritti delle donne e della loro importanza nella società, ma anche un invito a proseguire la lotta per l’uguaglianza di genere e la valorizzazione del ruolo delle donne nella società.
Chi era Teresa Mattei?
Teresa Mattei, detta Teresita, è stata una partigiana italiana, politica e pedagogista. Nata a Genova nel 1921, si unì alla Resistenza italiana durante l’occupazione nazista. Mattei era nota per la sua determinazione e coraggio nell’affrontare le forze nemiche, e guadagnò il rispetto e l’ammirazione dei suoi compagni partigiani.
Nel 1946 Mattei fu eletta nelle liste del PCI alla Costituente, nel XV collegio, quello di Firenze e Pistoia. A soli 25 anni d’età, fu la più giovane tra tutti i costituenti.
L’articolo 3 della Costituzione, sul tema fondamentale dell’uguaglianza, porta anche la sua firma: Mattei riuscì, infatti, a far introdurre nell’articolo, al secondo comma, l’espressione “di fatto”: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini…”.
Teresa Mattei si contraddistinse per l’impegno per i diritti dei bambini, fondando, nel 1947, insieme alla democristiana Maria Federici, l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo. È morta nel 2013 a Usigliano, all’età di 92 anni; all’epoca del decesso era l’ultima donna vivente fra i membri dell’Assemblea Costituente.
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