Nella città indiana di Dehli, migliaia di devoti hanno offerto preghiere lungo le rive del fiume Yamuna per segnare la fine di Chhath Puja e pregare il dio sole. Domenica 3 novembre, al mattino presto, uomini e donne sono entrati nell’acqua del fiume per offrire fiori e frutta fresca, in uno scenario apparentemente alpino, con le acque del fiume rese bianche non da neve, ma da una schiuma bianca tossica che galleggia stabilmente sulla superficie dell’acqua inquinata.
Un rischio per la salute che non ha frenato i fedeli che si sono immersi in acqua per recitare le preghiere di Chhath. Alcune giovani donne sono state addirittura viste mentre facevano selfie, in piedi nel mezzo della schiuma puzzolente.

A Delhi, l’inquinamento non è una piaga soltanto per il fiume, ma anche per l’aria, tanto che il Primo Ministro di Delhi Arvind Kejriwal, che ha partecipato ai riti, ha chiesto un intervento urgente al governo nazionale. In città, le persone camminano con le mascherine per la pessima qualità dell’aria che ha reso difficile una visione completa del sole nascente, proprio a causa del denso smog che copriva lo skyline di Delhi.


Kejriwal ha definito la situazione “insopportabile” e ha affermato che il popolo di Delhi soffriva per “nessuna colpa sua”, ma molti lo accusano per non aver fatto nulla per contrastare l’inquinamento nei quattro anni e mezzo di governo della città. Intanto, le scuole di Delhi, Noida, Gurgaon e Faridabad sono chiuse fino a martedì.

Il fiume Yamuna, la principale fonte d’acqua per Delhi, è uno dei fiumi più inquinati del paese. Diciannove scarichi nel corso nel fiume contribuiscono per il 96% al totale degli inquinanti, ma soltanto il cinque per cento delle acque reflue scaricate nel fiume è trattato, con gravi rischi per la salute. Ai fedeli non resta, dunque, che pregare.

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