“Pensavo fosse Mariangela, la figlia di Fantozzi. Non sapevo si trattasse di Anna Frank”, è questa la tesi difensiva seguita da alcuni degli ultras della Lazio indagati per istigazione all’odio razziale, dopo i fatti del 22 ottobre durante la partita Lazio – Cagliari.
Le tesi difensive degli indagati tendono tutte a minimizzare l’accaduto: “Gli adesivi di Anna Frank con la maglietta della Roma non hanno nulla di xenofobo. Solo una presa in giro tra tifosi”. Un altro degli indagati invece ha dichiarato che lui pensava si trattasse “di una comune bambina, non sapevo fosse Anna Frank. Si tratta di sfottò tra curve”, anche se, alla domanda del magistrato “Che tipo di presa in giro può esserci con l’adesivo di una normale bambina che indossa la maglia della Roma?” lo stesso tifoso non ha saputo rispondere facendo scena muta.
Investigatori e pubblico ministero, che all’ennesima tesi difensiva strampalata fornita dai tifosi pare abbia fatto sentire le sue urla spazientite in tutta la Procura, dovranno adesso decidere se portare gli accusati a processo o andare verso l’archiviazione.
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