“Due realtà vicinissime per configurazione territoriale, similitudini culturali, affacciate sullo stesso mare che ha raccontato miti e leggende e che rappresenta un crocevia fondamentale sotto molteplici aspetti. In pratica, un’area che è sempre stata un punto di riferimento tra quella parte d’Europa più distante e il Mediterraneo. Reggio Calabria e Messina da qualche anno sono riuscite a superare barriere e quel clima di ‘rivalità’ riscontrabile in passato e stanno cercando di incamminarsi su un percorso identitario unico che mira a produrre benefici per le dirimpettaie Città Metropolitane. E come potrebbe la costruzione di quest’iter fare a meno di un’infrastruttura aeroportuale?”. Se lo chiedono i segretari generali delle Cisl di Messina e Reggio Calabria, Tonino Genovese e Rosi Perrone. “L’aeroporto reggino, più agevole per Messina di quello di Catania, potrebbe sfruttare un bacino di utenza che, tra i due territori, conta potenzialmente un milione di persone. Una condizione, quella di Messina e Reggio – proseguono – che ha permesso persino la nascita della Conferenza Permanente interregionale per il coordinamento delle politiche dello Stretto, presieduta, su delega del presidente del Consiglio regionale della Calabria Nicola Irto, dal consigliere Domenico Battaglia. Un organismo il cui lavoro si concentra, appunto sulla valorizzazione e sviluppo dell’area dello Stretto, che comprende non solo Reggio Calabria e Messina ma anche i comuni limitrofi”. “Pur prendendo atto dalle ultime notizie – aggiungono Perrone e Genovese – della riunione in Prefettura a Reggio inerente la proroga dell’esercizio provvisorio non possiamo tuttavia non esprimere seria preoccupazione per l’immediata emergenza in primis e, in secondo (ma non meno importante) piano per l’evidente mancanza di programmazione volta alla crescita territoriale. Le soluzioni tampone sono utili a superare le criticità più urgenti che, tra l’altro, si presentano complesse e devono essere sviscerate in maniera adeguata: Alitalia, nuova gestione da parte della Sacal, salvaguardia dei livelli occupazionali. Lo step successivo, però, deve obbligatoriamente concretizzarsi in una serie di strategie tangibili, di un piano che guardi con cognizione di causa allo sviluppo dell’Area dello Stretto senza che quest’ultima resti un contenitore vuoto. È necessario alla luce di queste non più procrastinabili esigenze – concludono i segretari Cisl – assumersi serie responsabilità, fare rete, superare gli steccati ideologici, compattarsi a tutti i livelli istituzionali, stimolare soprattutto le personalità di alto profilo che compongono il Comitato tecnico di supporto alla sopracitata Conferenza creata ad hoc, e magari promuovere con la stessa e a strettissimo giro di boa un incontro affinché il contributo di ognuno sia fattivo al raggiungimento di quegli obiettivi attesi dalle due comunità. Come Cisl ci rendiamo disponibili a supportare ogni iniziativa che riterremo propedeutica al rilancio dell’intera area cosicché la famosa continuità territoriale non resti un mero slogan o, peggio ancora, lettera morta”.
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