Negli ultimi giorni, la Danimarca ha assistito a una serie di incidenti con droni non identificati nei pressi di strutture di difesa e aeroporti. Eventi che, in un contesto geopolitico già instabile, suonano come un campanello d’allarme.

Di fronte a queste minacce, le autorità danesi hanno deciso di agire: sono stati richiamati dalle riserve centinaia di soldati, con l’ordine di presentarsi il prima possibile. A confermarlo è l’emittente TV2 danese, anche se al momento non è nota l’entità esatta delle convocazioni.

Minaccia ibrida: il volto invisibile della guerra moderna

“Diversi Paesi europei sono stati colpiti da droni e altre forme di attacchi ibridi. La situazione è grave (…)”. Con queste parole, la premier danese Mette Frederiksen ha rotto il silenzio e puntato il dito contro un attore ben preciso.
”Come ho già detto, le autorità non possono risalire a chi si nasconda dietro gli attacchi ibridi. Ma possiamo vedere che c’è principalmente un solo Paese che rappresenta una minaccia per la sicurezza europea, ossia la Russia“, ha scritto in un post pubblicato su Facebook.

La risposta danese: allerta massima in vista del vertice europeo

A rendere ancora più delicata la situazione è il calendario politico. La Danimarca ospiterà mercoledì un vertice informale dell’Unione Europea, seguito giovedì dal summit della Comunità Politica Europea, entrambi a Copenaghen.

Secondo una fonte europea citata da TV2, “non è escluso” che le interferenze causate dai droni siano direttamente collegate a questi eventi internazionali. Potrebbe trattarsi, ha spiegato la fonte, di un’operazione di “pressione mentale” orchestrata dalla Russia, con l’obiettivo di intimidire o distrarre i leader europei. I temi all’ordine del giorno, infatti, non sono secondari: rafforzamento della difesa comune e utilizzo degli asset russi congelati per sostenere l’Ucraina. “Putin vuole dividerci. Farò tutto il possibile per garantire che non ci riesca mai”, ha scritto Frederikses.

Richiamo dei riservisti: una mossa eccezionale

Il richiamo di centinaia di riservisti rappresenta una misura insolita per un Paese in tempo di pace, ma perfettamente coerente con una minaccia che – seppur non convenzionale – è considerata reale.
L’assenza di un commento ufficiale da parte delle Forze Armate danesi non fa che alimentare la percezione di un’operazione discreta ma decisa, probabilmente in corso da diversi giorni. La rapidità con cui si sta reagendo, però, è indice di un sistema di sicurezza pronto a rispondere, anche di fronte a scenari non convenzionali.

Un nuovo fronte invisibile: i droni come strumenti di guerra psicologica

Gli attacchi ibridi non mirano soltanto a colpire obiettivi strategici, ma anche – e soprattutto – a generare panico, sfiducia e divisione. I droni non identificati, infatti, hanno un impatto psicologico forte: sono difficili da intercettare, impossibili da ricondurre con certezza a un mittente e capaci di insinuarsi nei punti più vulnerabili della società. È proprio questo il cuore della guerra ibrida: rendere il confine tra guerra e pace sempre più labile, fino a dissolverlo.