Nella maggior parte dei casi si tende purtroppo ancora a confondere il concetto di allergie alimentari e intolleranze, queste però sono molto diverse tra loro ed è importante capirne appieno le caratteristiche e le conseguenze, soprattutto se abbiamo a che fare con amici o parenti che soffrono di questi disturbi.

In questo articolo vediamo quindi di analizzare più nel dettaglio il loro significato, le possibili cause scatenanti e la sintomatologia a cui prestare attenzione, tenendo presente che nonostante i rimedi siano molti, dai farmaci appositamente studiati ai rimedi per depurare il fegato in modo naturale, la prima cosa da fare è comunque sempre quella di chiedere consiglio al proprio medico di fiducia.

Allergia alimentare, di cosa si parla
L’allergia alimentare può essere definita come una reazione esagerata del nostro sistema immunitario, che si scatena conseguentemente all’azione di un allergene. Un elemento che in questo caso risulta essere un estraneo per il nostro organismo e considerato quindi come una possibile fonte di danno.

Il nostro sistema anticorpale, di fronte a un alimento che presenta al suo interno le proteine contenute nell’allergene, provoca una risposta sproporzionata, che può sfociare in alcuni casi anche in conseguenze molto dannose per il nostro organismo.

L’intolleranza alimentare
Quanto ci troviamo di fronte a un’intolleranza, invece, il concetto è ben diverso. In questo caso, infatti, il sistema immunitario non è coinvolto, di conseguenza non si scatenerà una risposta immunitaria.

Come ci suggerisce il termine stesso, d’altronde, un’intolleranza sta a indicare l’incapacità di sopportare o per meglio dire di tollerare l’assunzione abbondante di un determinato alimento. In questo caso l’organismo si ribellerà proprio perché non riuscirà a digerirlo correttamente.

Da qui ne consegue che, a differenza dell’allergia, l’intolleranza è una reazione tossica dell’organismo, che non dipende dalla dose assunta.

La diffusione delle allergie e delle intolleranze alimentari
Ad oggi, è stato stimato che le allergie alimentari riguardano all’incirca l’1% della popolazione adulta, dato che può arrivare fino al 5%. Questo però è soggetto a variazioni, poiché bisogna considerare le conseguenze dovute alle correlazioni con le allergie inalatorie. In quest’ultimo caso, l’incidenza risulta più elevata tra i bambini piccoli, con una stima che oscilla tra il 3 e il 7%.

Inoltre, la presenza di casi di allergie in famiglia può considerarsi uno dei fattori che permette di prevedere i problemi alimentari di tipo allergico. Nella maggior parte dei casi questo tipo di allergia si supera però con l’arrivo dell’età scolare, soprattutto quando riguarda latte, uova e grano.

Per quanto riguarda le intolleranze, invece, anche queste sono in netto aumento, considerando anche che questa categoria è molto varia. Si va dal glutine ai cereali, per arrivare a carni bianche e rosse, ortaggi, funghi, legumi, pesce e crostacei, ma anche frutta, frutta secca e spezie.

Poi ancora abbiamo le intolleranze al lattosio, all’uovo, al lievito, alla caffeina, al miele, ma anche alla teina. Secondo le statistiche purtroppo questi problemi si sono triplicati negli ultimi 40 anni. Negli anni Ottanta a soffrirne erano il 2,9% della popolazione, mentre oggi la percentuale è salita al 12,7%.

Sintomatologie a cui prestare attenzione
Le intolleranze alimentari possono causare molti disturbi, soprattutto a livello gastrointestinale, dermatologico o respiratorio. In questo caso, a differenza delle allergie, i sintomi non si manifestano violentemente subito dopo aver ingerito un alimento, ma possono anche insorgere col tempo.

Non sono rari gonfiore addominale, flatulenza o afte, così come nausea, stipsi o diarrea. In alcuni casi possono però anche verificarsi gastrite, sindrome dell’intestino irritabile o colite o ancora sintomi respiratori come raffreddori e infezioni ricorrenti delle vie aeree. Dal punto di vista dermatologico, invece, potrebbero essere notati dermatiti, orticarie o acne.

Le manifestazioni allergiche invece possono essere più o meno gravi e riguardare la mucosa nasale, gli occhi o i bronchi, portando nei casi più gravi a congiuntiviti allergiche, con gonfiore, arrossamento e lacrimazione abbondante, ma anche vere e proprie patologie asmatiche.

In questo caso, nelle forme peggiori si potrebbe andare incontro a un restringimento delle vie aeree, con la conseguente difficoltà progressiva a respirare. Il paziente potrebbe osservare un respiro sibilante o un senso di oppressione al petto con dolore e tosse.

A livello cutaneo, invece, i sintomi allergici più comuni possono essere eczemi e dermatiti da contatto, con la comparsa di eruzioni pruriginose e macchie rosse, ma anche un’orticaria, caratterizzata da pomfi arrossati accompagnati da forte prurito.