Bastano pochi clic e una spesa di 12 sterline e in una manciata di minuti il capo di Cosa Nostra trapanese, il latitante Matteo Messina Denaro, diventa l’azionista di una società con un capitale sociale di appena una sterlina e che ha sede al numero 10 di Downing Street, nella casa del Primo ministro britannico Theresa May.
A Londra si può fare anche questo. Nella capitale finanziaria al centro della rete dei paradisi fiscali scoperchiata dai Paradise Papers non c’è niente di più facile che creare società fantasma in grado di nascondere attività illecite o di riciclare denaro. È quello che hanno fatto gli inviati del Sole 24 Ore Angelo Mincuzzi e Roberto Galullo, dando vita nel registro delle imprese britannico (Companies House) alla ‘Latitante 24 limited’ (una persona giuridica paragonabile alla società a responsabilità limitata italiana, che viene impiegata in circa il 95% delle attività economiche condotte in Inghilterra), che hanno intestato al “fantasma” Matteo Messina Denaro, ricercato dalle polizie di tutto il mondo da 24 anni. L’inchiesta giornalistica “Fiume di denaro” è pubblicato sul giornale e sul sito del Sole24ore.
Come sede di residenza del boss gli inviati hanno scelto provocatoriamente l’indirizzo di Downing Street. Nella falsa registrazione non è stato incontrato alcun ostacolo, ma soltanto una serie di schermate da riempire al massimo in 15 minuti.
Secondo l’ultimo rapporto del 9 novembre di Transparency International Uk (“Hiding in plain sight”), Londra e la Gran
Bretagna sono il regno delle società fantasma legate al riciclaggio. Le società scudo registrate nel Paese sono coinvolte in almeno 52 grandi casi di riciclaggio di denaro in cui sono stati ripuliti almeno 80 miliardi di sterline negli ultimi 14 anni. (ANSA).
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