• Assegno unico per i figli, il Cdm ha approvato il decreto legislativo attuativo
  • La misura in vigore da marzo
  • Sarà possibile fare domanda a partire dall’1 gennaio

Il 18 novembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo attuativo dell’assegno unico familiare. In attesa che il provvedimento entri in vigore, è già possibile fare alcuni calcoli.
Innanzitutto, è bene specificare che si tratta di un assegno mensile che va alle famiglie con uno o più figli fino a 21 anni di età. Consta di un valore fisso e di uno variabile in relazione al reddito familiare. L’importo cala al crescere dell’ISEE fino ad azzerarsi se si supera la soglia dei 50mila euro.
L’assegno unico per i figli, sarà dispensato a chi non ha già un assegno familiare, ovvero a specifiche categorie: lavoratori autonomi, soggetti inattivi o incapienti, percettori di reddito di cittadinanza, dipendenti con l’ISEE richiesto. La richiesta può essere anche fatta dalle mamme al settimo mese di gravidanza.

Le famiglie con il reddito di cittadinanza

Dell’assegno unico per i figli beneficerà anche una parte delle famiglie che oggi percepiscono il Reddito di cittadinanza. Si tratta di quasi 624 mila nuclei che incassano 641 euro in media al mese.
L’assegno unico cresce al crescere del numero dei figli e al decrescere dell’Isee.

I dati

Come si legge su Repubblica, la quota figli – minori o under 21 – pesa per circa 800 milioni all’anno sul bilancio del Reddito di cittadinanza. E riguarda 279 mila famiglie con un figlio, 224 mila con due figli e 121 mila con 3 o più figli. L’inps calcolerà le differenze con l’assegno unico e accrediterà le maggiorazioni.
Facendo l’esempio di una famiglia composta da genitori che non lavorano e due figli minori, che percepiscono 900 euro di reddito di cittadinanza al mese, grazie all’assegno unico, avranno una quota figli che sale da 200 a 350 euro al mese. Ulteriori agevolazioni per le famiglie in affitto: che passano da 1.180 a 1.330 euro al mese.

7 milioni le famiglie italiane coinvolte

Le famiglie italiane con figli potenzialmente destinatarie dell’assegno unico sono 7 milioni. L’assegno verrà erogato a partire da marzo 2022: sarà possibile presentare domanda all’Inps, per via telematica, a partire da gennaio.
La riforma cancella detrazioni e assegni famigliari da marzo, oltre ai bonus bebè e bonus mamma da gennaio. I figli coinvolti sono 11 milioni di cui 9,6 milioni di minori e 1,4 milioni di maggiorenni under 21. Le detrazioni per i figli 21-26 anni a carico non vengono cancellate. E neanche quelle del coniuge a carico.

La relazione tecnica del Cdm

Secondo la relazione tecnica del decreto approvato dal Cdm il 18 novembre, 4,6 milioni di famiglie avranno un incremento di reddito disponibile medio pari a 1.570 euro. Le altre famiglie – 2,4 milioni – andranno in pareggio o in perdita. Prenderanno meno di oggi 400 mila famiglie: la metà di queste, assicura il ministero dell’Economia, riusciranno a recuperare lo svantaggio con una “maggiorazione transitoria”: sarà piena solo per il 2022, poi scenderà nel 2023 (due terzi) e nel 2024 (un terzo). Da marzo 2025 non ci sarà alcuna compensazione.

La quota dell’assegno

L’ammontare dell’assegno dipende dall’Isee. Le famiglie con un Isee sotto i 15 mila euro (la metà delle famiglie italiane) incasseranno il massimo. Quelle con un Isee sopra i 40 mila euro o quelle che non vogliono comunicare il proprio Isee il minimo. Gli importi dell’assegno unico varieranno, come detto, sulla base dell’Isee del nucleo familiare. Sono previsti in media 175-180 euro per ciascun figlio per le famiglie con Isee inferiore ai 15mila euro  – con una maggiorazione fino a 250-260 euro dal terzo figlio in poi -, mentre per i nuclei familiari con Isee oltre i 40mila euro l’importo per ciascun figlio a carico scenderà progressivamente sino ai 40-50 euro in media. È prevista inoltre una maggiorazione nel caso in cui entrambi i genitori lavorino. Ulteriori maggiorazioni sono previste per le madri fino a 21 anni o in caso di figli a carico disabili, il sostegno previsto va oltre i 21 anni d’età.

I figli disabili

Per quanto riguarda i figli disabili, le maggiorazioni saranno differenziate in base allo stato di salute: non autosufficienza, disabilità grave, disabilità media, disabilità maggiorenni under 21, disabilità over 21.

In Gazzetta Ufficiale entro la fine dell’anno

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo dovrà ancora passare al vaglio delle commissioni parlamentari. Poi sbarcherà in Gazzetta prima della fine dell’anno per essere operativo dal 2022.

Le maggiorazioni

Una maggiorazione ad hoc- 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee – andrà alle giovanissime mamme under 21. A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre per i nuclei con quattro figli o più è prevista un’ulteriore maggiorazione forfettaria da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro di Isee.

I fondi a disposizione

Per la nuova misura, che assorbe i vecchi aiuti alla famiglia dal bonus bebé agli assegni familiari, ci saranno circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.

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