La scoperta di uno studio

AstraZeneca, la seconda dose non aumenta i casi rari di coaguli di sangue

La somministrazione della seconda dose del vaccino di AstraZeneca anti Covid-19 non aumenta i casi rari di coaguli di sangue con le piastrine basse. Lo ha dimostrato uno studio che è stato reso noto oggi, mercoledì 28 luglio, alleviando così le preoccupazioni sugli effetti collaterali del siero.

I dati pubblicati sulla rivista medica Lancet hanno rilevato che il tasso stimato di trombosi con sindrome da trombocitopenia (TTS) dopo la seconda dose del vaccino è di 2,3 per milione, paragonabile al tasso tipico osservato in coloro che non sono stati vaccinati con i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna).

La ricerca, guidata e finanziata da AstraZeneca, ha valutato i casi segnalati che si sono verificati entro 14 giorni dalla somministrazione della prima o della seconda dose al 30 aprile, utilizzando il database di sicurezza globale del produttore di farmaci anglo-svedese.

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«A meno che la TTS non sia stata identificata dopo la prima dose, questi risultati supportano la somministrazione del programma a due dosi di Vaxzevria, come indicato, per aiutare a fornire protezione contro il COVID-19, anche contro le varianti», ha affermato Mene Pangalos, senior executive di AstraZeneca.

Il vaccino di AstraZeneca, sviluppato dall’Università di Oxford, è rimasto indietro nella corsa alla vaccinazione per varie ragioni: ritardi nella produzione, cause legali, collegamenti con rari e gravi effetti collaterali, tr cui la TTS.

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L’autorità di regolamentazione dei farmaci dell’UE (EMA) ha esaminato i casi di TTS da marzo e ha trovato un possibile collegamento con la Vaxzevria e con il vaccino monodose di Johnson & Johnson. Tuttavia, ha sostenuto che i benefici complessivi di entrambi i vaccini superano i rischi.

Infine, un totale di 316 casi di TTS sono stati registrati negli adulti che hanno ricevuto il vaccino anti COVID-19 di AstraZeneca nello Spazio economico europeo, hanno affermato le autorità il 28 maggio scorso.

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