E’ pesante il bilancio dell’attentato di stamani a Bruxelles dove sono esplose delle bombe in aeroporto e in alcune stazioni della metro. Le vittime accertate sono al momento 28, ma il bilancio è provvisorio.
Oltre agli eurodeputati, sono tanti i siciliani che vivono, studiano o lavorano nella capitale belga. Fra loro molti giovani. Con le linee telefoniche intasate, comunicano tramite Internet: le notizie corrono su Facebook, che nel corso della mattina ha attivato una funzionalità per gli utenti presenti nella città sotto attacco, in modo da far avere aggiornamenti a tutti gli amici nel modo più veloce possibile.
Niccolò Santocchini, un giovane imprenditore catanese che si trova Bruxelles per formalizzare l’avvio di un’attività enogastronomica, è arrivato nella capitale belga stanotte “Solo sei ore prima eravamo in aeroporto. Stamattina alle 8 abbiamo iniziato a sentire sirene ed accendendo la TV abbiamo appreso che l’aeroporto era stato attaccato. Ora, con due miei soci, sono a 50 mt dalla fermata Art-loi, che dicono essere stata attaccata insieme alle altre, ma stiamo bene”.
“Facebook mi ha mandato una mail chiedendo di confermare lo stato di salute e lo ha pubblicato automaticamente – continua il giovane imprenditore catanese – Ottimo mezzo per farsi sentire dato che le linee telefoniche sono bloccate”.
“Sono al sicuro in ufficio, resteremo qui per un bel po’ – dice Valentina Barbagallo, ventottenne catanese che lavora a Bruxelles per una organizzazione umanitaria – Maelbeek è la fermata della metro dove scendo ogni giorno per andare a lavoro; sono uscita 30 min prima dell’esplosione perché oggi dovevo essere in ufficio in anticipo rispetto al solito.”
“Stiamo bene e al sicuro, anche se tutto ciò è successo a pochi metri da casa mia – racconta Luca Distefano, 31 anni, musicista catanese trasferito da più di un anno nella capitale belga insieme alla fidanzata Ludovica Bruno – Vivo accanto al Parc Du Cinquantenaire, la metro più vicina è Schuman che è quella delle istituzioni Europee: dopo Schuman c’è Maelbeek”.
Luca racconta su di avere fatto tardi ieri sera e di essersi svegliato dopo rispetto al solito: “Ho acceso il cellulare, che è letteralmente impazzito per la quantità di messaggi che mi sono arrivati, anche se le linee telefoniche adesso sono bloccate. Abbiamo sentito delle sirene in lontananza e un elicottero volare sopra di noi: appena ho aperto la finestra ho sentito il delirio e ho capito subito che fosse successo qualcosa”.
Il giovane musicista confessa che è dal 13 novembre, dagli attentati di Parigi , “che viviamo con questo pensiero: ogni sirena che senti, ogni militare che incroci, pensi che possa accadere una cosa una cosa del genere in qualsiasi momento. Ed è successo. Finché non si vive una situazione del genere non si può capire la sensazione di totale impotenza che si ha in queste situazioni”.
La paura attanaglia di nuovo Bruxelles dopo alcuni giorni dalla cattura di Salah Abdeslam, uno degli attentatori di Parigi arrestato nella capitale dopo 126 giorni di latitanza.
“Dopo l’arresto di Salah – scrive Luca – la prima cosa che ci siamo detti con Ludovica è stata: ora l’hanno preso, tutta l’attenzione è su di lui che farà finta di collaborare e un attentato lo faranno con estrema facilità.”
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