Le vittime dell’attentato a Mosca sono salite a 143. Tuttavia, come affermato da Andrei Vorobiev, il bilancio aumenterà in modo significativo perché non tutte le persone sono state estratte dal luogo dell’attentato e “stiamo facendo tutto il possibile per garantire il ritmo di lavoro necessario”.

Intanto, il consigliere presidenziale ucraino Mikaylo Podolyak, ha risposto alle accuse del Cremlino sul coinvolgimento di Kiev nell’attentato rivendicato da ISIS: “Ci aspettavamo la versione dei funzionari russi sulla ‘traccia ucraina’ nell’attacco terroristico al Crocus City Hall. Primitivismo e prevedibilità sono le caratteristiche dei servizi di sicurezza russi: qualsiasi tentativo di collegare l’Ucraina all’attacco terroristico è assolutamente insostenibile. L’Ucraina non ha il minimo legame con questo attacco. La versione dei servizi russi è assurda”.

A tal proposito, uno degli arrestati con l’accusa di aver compiuto l’attentato terroristico ha ammesso, durante l’interrogatorio, di essere arrivato dalla Turchia il 4 marzo: “Lì i documenti sono scaduti, qui ho attraversato il confine”, ha detto l’uomo in un video pubblicato dalla caporedattrice del gruppo mediatico Rossiya Segodnya, Margarita Simonian, sul suo canale Telegram. Il detenuto ha confessato di avere agito “per soldi”. Insomma, nessun riferimento all’Ucraina.

Inoltre, l’uomo ha aggiuto che per l’azione gli erano stati promessi 500.000 rubli (circa 5.000 euro), di cui 250.000 già pagati in anticipo. L’arrestato, che sostiene di avere 26 anni, ha dichiarato di non essere a conoscenza delle identità delle persone che gli hanno fornito i soldi e le armi per l’attacco.