Si spera sempre per il meglio e per questo il Centro di Recupero Fauna Selvatica di Valpredina (BG), uno dei più noti nel recupero della fauna in difficoltà, auspica un fine anno migliore, ossia senza più animali impallinati.

Dall’ultimo aggiornamento, diffuso appena poche ore addietro, sembra però che la realtà sia diretta in tutt’altra direzione. Al Centro di Recupero, gestito dal WWF, sono infatti arrivati uno Sparviero, un Airone guardabuoi, ben tre Poiane ed un Gheppio. Con la sola esclusione dell’Airone, si tratta in tutti i casi di uccelli rapaci. Ad ogni modo, animali protetti dalla legge  e per i quali è vietato il prelievo venatorio.

Una spiegazione sul continuato senso di impunità che sembra trasparire da questi episodi, potrebbe essere trovata nella tipologia di reato che dovrebbe punire chi si macchia di simili comportamenti. Il reato venatorio, infatti, è un semplice reato di contravvenzione per il quale, in molti casi, si può oblare o preferire il rito alternativo. Troppo bassi, in caso di processo, i tempi di prescrizione. Non a caso le associazioni protezionistiche stanno chiedendo da diverso tempo di includere almeno i più gravi reati venatori tra quelli di “delitto” come lo è, ad esempio, quello di maltrattamento di animali.

Sia gli Aironi che gli uccelli Rapaci, non sono poi confondibili con nessuna specie cacciabile. Lo sparo, cioè, ha buone probabilità di essere stato intenzionale.

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