L’Europa cambia marcia sulla transizione ecologica dell’auto. Niente più divieto assoluto per i veicoli a combustione interna: dal 2035 ci sarà invece un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90%.
La Commissione europea ha annunciato una revisione significativa della sua strategia per ridurre le emissioni nel settore automobilistico. Il piano originario prevedeva il divieto totale di vendita di auto a benzina e diesel a partire dal 2035, con l’obiettivo di portare le emissioni di CO2 a zero. Ma la nuova proposta, presentata a dicembre 2025, cambia le regole del gioco: i costruttori dovranno tagliare le emissioni del 90%, senza essere obbligati ad azzerarle.
In pratica, i motori a combustione interna potranno ancora essere prodotti e venduti, a condizione che rientrino nei nuovi limiti. Questo significa che auto ibride plug-in, veicoli alimentati a idrogeno e altri modelli a basse emissioni resteranno sul mercato. Il restante 10% delle emissioni dovrà essere compensato con tecnologie sostenibili, come l’uso di biocarburanti avanzati o acciaio a basse emissioni, prodotti in Europa.
Più flessibilità per le case automobilistiche
La modifica arriva con un pacchetto normativo più ampio che punta a rendere la transizione ecologica più realistica per l’industria europea. Secondo la Commissione, le nuove regole consentiranno maggiore flessibilità tra il 2030 e il 2032, estendendo quanto già previsto per il periodo 2025-2027. L’obiettivo è quello di evitare che le case automobilistiche paghino multe salate se non raggiungono subito gli standard imposti.
Un altro punto centrale riguarda l’introduzione di “crediti compensativi”. I produttori potranno usare questi strumenti su base volontaria per coprire il 10% delle emissioni residue. Tra i metodi ammessi: acciaio a basse emissioni, carburanti sostenibili (come e-fuel e biofuel) e la produzione di piccole auto elettriche costruite nell’Unione Europea.
Più spazio per auto ibride e veicoli leggeri elettrici
Uno degli elementi più innovativi della proposta è l’introduzione di una nuova categoria normativa all’interno dell’iniziativa “Small Affordable Cars”. Questa comprenderà veicoli elettrici fino a 4,2 metri di lunghezza, che riceveranno incentivi e “supercrediti” fino al 2034. Una misura pensata per favorire la produzione di auto elettriche più piccole, più economiche e interamente europee.
Ciò rappresenta un segnale chiaro: non solo SUV e berline di fascia alta, ma anche utilitarie leggere e accessibili avranno un ruolo nella transizione ecologica. Un cambio di rotta che tiene conto delle esigenze dei consumatori, spesso alle prese con i costi elevati delle auto elettriche attuali.
Furgoni e flotte aziendali nel mirino della transizione
Un altro capitolo importante della riforma riguarda i veicoli commerciali e le flotte aziendali. Per i furgoni, il nuovo obiettivo è una riduzione delle emissioni del 40% entro il 2030, in luogo del precedente 50%. Le flotte aziendali, invece, saranno regolate direttamente dai singoli Stati membri, che dovranno promuovere mezzi a zero o basse emissioni.
Come evidenziato dalla Commissione, i veicoli aziendali “percorrendo un chilometraggio annuo maggiore, significano anche maggiori riduzioni delle emissioni”. Inoltre, per beneficiare di incentivi pubblici, i veicoli dovranno essere a basse emissioni e prodotti nell’Ue.
Semplificazioni per l’industria: meno burocrazia e più incentivi
Il pacchetto approvato comprende anche l’“Omnibus dell’automotive”, un insieme di semplificazioni tecniche e amministrative pensate per alleggerire i costi delle aziende europee. Secondo le stime della Commissione, i produttori risparmieranno circa 706 milioni di euro all’anno grazie alla riduzione di normative secondarie e test semplificati.
Tra le principali novità:
- Semplificazione dei test Euro 7 per furgoni e camion.
- Esenzione dei furgoni elettrici dall’obbligo di tachigrafi intelligenti e limitatori di velocità.
- Equiparazione normativa tra furgoni elettrici e termici per i tempi di riposo dei conducenti.
La Commissione ha inoltre confermato che continuerà l’armonizzazione delle etichette ambientali per le auto, in modo da offrire ai consumatori informazioni chiare e trasparenti al momento dell’acquisto.
Battery Booster: 1,8 miliardi per una filiera tutta europea
Per sostenere la competitività europea nel settore dell’auto elettrica, Bruxelles ha presentato anche il piano Battery Booster. Il programma mette a disposizione 1,8 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi destinati a prestiti senza interessi per i produttori di celle per batterie. L’obiettivo è creare una filiera del valore interamente europea, capace di competere con la Cina e gli Stati Uniti nella produzione di batterie per veicoli elettrici. Un investimento strategico, che punta ad accelerare la transizione e a rafforzare l’autonomia industriale dell’Unione nel comparto più delicato della mobilità del futuro.
FAQ
- Dal 2035 si potranno ancora comprare auto a benzina o diesel? Sì, ma solo se conformi ai nuovi standard: dovranno emettere il 90% in meno di CO2 rispetto agli attuali limiti.
- Le auto ibride saranno ancora ammesse? Sì, rientreranno tra i modelli consentiti purché rispettino le nuove soglie di emissione.
- Cosa succede al restante 10% di emissioni? Dovrà essere compensato con materiali sostenibili o carburanti alternativi come e-fuel e biofuel.
- Quali incentivi ci saranno per le auto elettriche? Saranno introdotti supercrediti per le piccole auto elettriche prodotte in Europa fino al 2034.
- Le normative saranno più semplici per i produttori? Sì, grazie al pacchetto Omnibus che riduce burocrazia e costi, con un risparmio stimato di 706 milioni l’anno.






Commenta con Facebook