«Il bonus 600 euro è negato agli autonomi e ai liberi professionisti che hanno un assegno ordinario di invalidità. Fratelli d’Italia raccoglie l’appello delle associazioni Ail, Fand, Favo, Fish e Uniamo e chiede al Governo di cancellare subito questa ingiusta discriminazione».

Così su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

La discriminazione denunciata dalla Meloni si trova in una lettera inviata al Governo dalle principali associazioni che rappresentano i malati oncologici e i disabili. In sintesi, il professionista che è titolare dell’assegno ordinario di invalidità (AOI), che spetta in relazione ai contributi versati e alla condizione di disabilità, non può accedere all’indennità da 600 euro. Invece, per gli autonomi e liberi professionisti che presentano particolari patologie per cui rientrano tra i cd. ‘invalidi civili‘, è esclusa ogni incompatibilità con il predetto bonus.

Pertanto, l’una tantum è prevista per i lavoratori autonomi e per i liberi professionisti ‘sani’ che hanno subito un danno economico e a quelli invalidi civili che già percepiscono una prestazione assistenziale dall’Inps. Di conseguenza, restano fuori dall’agevolazione i malati e invalidi che percepiscono un assegno di invalidità grazie ai contributi versati.

NISINI: “GIOVANI PROFESSIONISTI ESCLUSI DAL BONUS”

Sempre sul bonus 600 euro, la senatrice della Lega, Tiziana Nisini, ha rimarcato un altro problema: «Mi segnalano da diverse realtà territoriali che i professionisti più giovani, quelli sui quali il Governo ha sempre dichiarato di voler investire, si trovano nell’assurda condizione di dover attendere il contributo di 600 EURO in parte erogato ai colleghi più anziani, con il dubbio di vederli mai. Dagli iscritti del 2019 e 2020, infatti, giungono indicazioni di stalli nei pagamenti e nelle comunicazioni in attesa di una nota del Ministero che dovrebbe chiarire se, in assenza di un reddito maturato nel 2018 – zero è certamente inferiore a 35mila EURO! – anche a loro spetta quel contributo da 600 EURO che i colleghi hanno già iniziato ad incassare».

»Lasciare indietro i più giovani – ha aggiunto la senatrice Nisini – e quindi i più deboli dimostra nei fatti quanto il sostegno di questo Governo, a volte, sia solo nelle belle parole sbandierate in tv. Occorre un intervento immediato per assicurare a questi giovani professionisti il contributo di cui hanno bisogno ed a cui hanno diritto, avendo affrontato, anche loro, il click Day del 1° aprile tra sovraccarichi e disfunzioni ed affrontando anche loro, all’inizio della loro esperienza professionale, il momento difficile che tutto il Paese sta attraversando sia dal punto di vista sanitario che economico! I giovani professionisti come tutti i lavoratori e il tessuto economico del Paese non possono attendere oltre: il Governo risponda, con i fatti!».

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