Il bonus casalinghe o casalinghi (non c’è, naturalmente, alcuna distinzione di sesso) non consiste in una somma di denaro versata dallo Stato a chi lavora in casa ma è un fondo per la formazione di 3 milioni di euro all’anno destinato a chi non ha un lavoro e vuole qualificarsi per avere maggiori possibilità di trovarne uno.

Stando a quanto riportato dalla legge, questo bonus è destinato a quanti “svolgono attività nell’ambito domestico, in via prioritaria delle donne, senza vincolo di subordinazione e a titolo gratuito, finalizzate alla cura delle persone e dell’ambiente domestico, iscritte e iscritti all’assicurazione obbligatoria di cui all’articolo 7 della legge 3 dicembre 1999, n. 493”.

Il riferimento è all’assicurazione contro gli infortuni domestici dell’INAIL che accerta lo status di casalingo/a disoccupato/a. Insomma, questo bonus è un credito per la formazione, avendo come obiettivo l’acquisizione “di competenze digitali, funzionali all’inserimento lavorativo e alla valorizzazione delle attività di cura”.

Tali corsi gratuiti sono in modalità tematica, con webinar di almeno 3 ore per ogni argomento trattato. Non è previsto, quindi, l’obbligo di frequenza perché ogni modulo, per sua natura, può essere visionato quando si vuole. La durata del corso è di 12 mesi con il rilascio di un attestato dopo una prova di valutazione finale sulle competenze acquisite. Come iscriversi? Si attende la pubblicazione degli enti accreditati.

Quindi, non va confuso con l’assegno sociale mensile versato dall’INPS di 468,10 euro, destinato a chi ha un reddito non superiore a 6000 euro annui (che raddoppiano in caso di coniuge). Attenzione, però: l’assegno non viene erogato al posto dello stipendio ma, dal momento che riguarda gli/le over 67, è una sorta di pensione per chi ha un reddito basso. Ad esempio, per chi, come le casalinghe, non ha potuto versare contributi all’INPS.