Giro di vite delle autorità di polizia, nei confronti di bracconieri di rinoceronti. Avviene in Sudafrica dove il numero di rinoceronti uccisi aumenta di anno in anno.

A finire arrestati, a conclusione di un’ampia indagine, sono state dodici persone. Un’operazione speciale della polizia li ha portati in manette; sarebbero tutti coinvolti nel traffico internazionale di corni di rinoceronte. La zona interessata è quella del famoso Parco Nazionale Kruger, al confine con il Mozambico. Un’area molto particolare che sarebbe al centro di traffici afferenti ad organizzazioni internazionali di trafficanti, con solide radici nel sud est asiatico. Cina e Vietnam, in particolare, le aree di arrivo dei corni così come dimostrato dai numerosi sequestri avvenuti nei due paesi. Laos e Tailandia, invece, come paesi intermediari.

Purtroppo tali organizzazioni riescono ad avere vita facile sia per l’alto potere di corruzione, che assoldando povera gente disposta a tutto dai villagi di confine del Mozambico. Disperati disposti per pochi dollari a rischiare la vita. Spesso armati con potenti fucili mitragliatori, sconfinano in Sudafrica alla ricerca dei rinoceronti. Il loro corno, una volta segato (vi sono casi di animali rimasti penosamente in vita nonostante la radicale amputazione eseguita con seghe elettriche) viene destinato al tutt’ora florido mercato alimentato dalla cosiddetta medicina di tradizione orientale. La polvere di rinoceronte, venduta al grammo a prezzi superiori a quelli della cocaina, viene erroneamente ritenuta un toccasana per molti mali. Si tratta, però, di cheratina, una proteina molto diffusa nel mondo animale, unghia e capelli umani compresi.

Secondo quanto reso noto dalla Polizia Sudafricana, la squadra le cui indagini hanno portato all’arresto dei dodici personaggi, sta continuando a lavorare in un’area ben più vasta di quella ove sono stati compiuti gli arresti. Non si escludono, pertanto, ulteriori sviluppi nelle indagini. Per questo le armi trovate ai presunti bracconieri, vengono in queste ore sottoposte ad approfonditi esami balistici per appurare l’eventuale uso in altre azioni criminose sempre in danno della fauna selvatica.

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