Si preannunciano settimane intense tra i ghiacci dell’Antartide. Due navi di Sea Shepherd sono infatti salpate dall’Australia, dirette nei mari del Sud per ostacolare le baleniere giapponesi. Queste ultime sono a sua volta partite lo scorso 18 novembre e nei loro mirini prevedono di fare entrare 333 balenottere comuni.

Per contrastarle, la flotta ambientalista conta su due navi, tra cui una modernissima. La prima è la famosa Steve Irwin, ammiraglia dell’organizzazione;  ha lasciato il molo Seaworks a Williamstown, Melbourne, lo scorso sabato. Il secondo natante è stata varato da poco ed è dotato di attrezzature di nuova generazione. Si tratta del pattugliatore Ocean Warrior, più veloce di qualunque baleniera e dotato di un potente cannone ad acqua. E’ salpato domenica dal porto  di Hobart in Tasmania.

Entrambe le navi sono state attrezzate per superare quattro mesi caratterizzati dalle condizioni inclementi del mare. Le balenieri giapponesi, infatti, sono attive tra dicembre e marzo.

È la seconda volta che la flotta baleniera giapponese ritorna in Oceano del Sud. Eppure nel 2014 della Corte Internazionale di Giustizia si era espressa diversamente. “Non sarebbe compito di Sea Shepherd affrontare nuovamente i balenieri quest’estate”, ha dichiarato il Senatore australiano Peter Whish-Wilson, nel corso di una conferenza stampa tenutasi domenica mattina presso il porto di Hobart. “La Corte Internazionale di Giustizia ha dato ragione all’Australia nel contenzioso contro il Giappone, purtroppo il governo ha dato la priorità agli accordi commerciali piuttosto che alle balene e ha cessato qualunque pressione diplomatica”.

Gli equipaggi delle due navi di Sea Shepherd sono composti da un totale di 50 membri provenienti da otto Paesi: Australia, Germania, Francia, Regno Unito, Austria, Spagna, Canada e Stati Uniti.

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