Il mondo del calcio piange la scomparsa di Gigi Simoni. L’ex allenatore dell’Inter aveva 81 anni ed è scomparso proprio nel giorno in cui la società nerazzurra e i suoi tifosi stanno celebrando il 10° anniversario della conquista del Triplete (Scudetto più Coppa Italia più Champions League).
Simoni, che aveva accusato un malore il 22 giugno scorso, è stato il tecnico della squadra nerazzurra nella stagione 1997/98, la prima del Fenomeno Ronaldo, culminata con il successo della Coppa Uefa (finale vinta a Parigi con la Lazio con il punteggio di 3 a 0) ma anche ricordata per le polemiche in campionato: lo Scudetto fu vinto dalla Juventus ma con molti dubbi sulle decisioni arbitrali.
Contattato dall’Ansa, l’allenatore dell’Inter di allora e del triplete, Massimo Moratti, ha detto: «È stato un grande protagonista della storia dell’Inter: ha vinto una coppa europea molto importante, gli p stato impedito di vincere un campionato che avrebbe assolutamente meritato». Per Moratti, e non solo per lui, Simoni era un «tecnico gentiluomo verso il quale provavo grande stima e affetto. La telefonata con la quale poco fa la moglie mi ha avvisato della morte mi ha provocato un dolore immenso».
Simoni, nato a Crevalcore nel 1939, è stato anche un buon giocatore dal 1959 al 1974, indossando le maglie di Mantova, Napoli, Torino, Juventus, Brescia e Genoa. Come allenatore, invece, è stato seduto anche sulle panchine di Genoa, Brescia, Pisa, Lazio, Empoli, Cosenza, Carrarese, Cremonese, Napoli, Piacenza, Torino, CSKA Sofia, Ancona, Siena, Lucchese e Gubbio.
L’Inter, sul proprio sito, ha pubblicato un lungo e commovente messaggio per ricordare Simoni:
«Ci ha lasciati oggi, 22 maggio. Una data non casuale, la data più interista di tutte. Di Gigi Simoni ricordiamo e ci mancherà tutto. Il suo essere signore, innanzitutto. Un modo di vivere, la vita e il calcio, mai sopra le righe. Anche il suo calcio era così: umile ma funzionale, capace di far fruttare al meglio ciò che aveva a disposizione. Sulla panchina nerazzurra arrivò nel 1997, assieme al Fenomeno, Ronaldo. Un binomio, quello Simoni-Ronaldo, che resterà per sempre nel cuore di tutti, non solo degli interisti. Un rapporto paterno, la benevolenza nei confronti di un calciatore speciale. “Ho imparato più io da lui che lui da me, in quella stagione”, amava raccontare Simoni. Una frase che spiega tanto, della persona che è stata. Ha incarnato l’interismo più genuino. Il 6 maggio 1998 disegnò il suo capolavoro da allenatore. Imbrigliò una grande Lazio e non le diede scampo. Al Parco dei Principi Zamorano, Zanetti e Ronaldo regalarono all’Inter la terza Coppa Uefa in una notte dolcissima e magica. Il mondo del calcio perde un bravo allenatore e una persona meravigliosa. Nella sua carriera da calciatore vinse una Coppa Italia con il Napoli e la Serie B con il Genoa. In panchina alzò, oltre alla Coppa Uefa con l’Inter, la Coppa Anglo-Italiana con la Cremonese e conquistò cinque campionati di Serie B (tre con il Genoa, due con il Pisa). Nel 1998 ricevette la Panchina d’Oro come miglior allenatore italiano. Un riconoscimento doveroso. Noi lo ricordiamo così, coi suoi capelli bianchi, sulla nostra panchina, mentre con un sorriso si godeva le magie di Ronaldo, circondato dall’orgoglio e dall’affetto dei tifosi dell’Inter. Ciao Gigi, ci mancherai».
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