Il cantante neomelodico siciliano Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, accusati di gravi reati legati alla camorra, tornano liberi. Il gup Ivana Salvatore, al termine di un processo con rito abbreviato, li ha assolti “per non avere commesso il fatto” nell’aula bunker del carcere di Poggioreale.

Le imputazioni? Concorso esterno in associazione mafiosa e partecipazione a un’organizzazione dedita alla produzione di sigarette di contrabbando. Una vicenda che, iniziata con un blitz nell’ottobre 2023, si chiude con un colpo di scena.

Il pubblico ministero aveva chiesto per entrambi una condanna a nove anni di carcere, ma il verdetto ribalta tutto. Non così per gli altri imputati: Vincenzo Di Lauro, figlio del boss Paolo Di Lauro, riceve 20 anni, mentre Raffaele Rispoli, fratello di Tina, viene condannato a 16 anni e 8 mesi. Un contrasto netto che evidenzia come il processo, pur inserendo la coppia nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), non abbia trovato prove sufficienti contro di loro.

Un’indagine lunga quattro anni sul clan Di Lauro

Tutto inizia nel 2017, quando i carabinieri del Ros avviano un’inchiesta sulle attività del clan Di Lauro, storico sodalizio camorristico di Secondigliano. Le indagini, coordinate dai pm Maurizio De Marco e Lucio Giugliano, si concentrano su una presunta svolta imprenditoriale della cosca, guidata da Vincenzo Di Lauro dopo la scarcerazione. Tra gli obiettivi, smantellare una rete di affari illeciti che spaziava dal contrabbando di sigarette a investimenti immobiliari. Il 17 ottobre 2023, il blitz: 27 arresti, tra cui Colombo e Rispoli, con sequestri di beni per 8 milioni di euro.

L’accusa dipinge Tony e Tina come finanziatori del clan, con un ruolo chiave in una fabbrica clandestina di sigarette ad Acerra. Secondo gli inquirenti, la coppia avrebbe investito 500mila euro per sostenere le attività di Vincenzo Di Lauro. Un’ipotesi che, però, non regge al vaglio del processo. Le prove? Intercettazioni e testimonianze che, alla fine, non convincono il giudice.

Da Secondigliano ai riflettori: chi sono Tony e Tina

Tony Colombo, al secolo Antonino Colombo, è una star della musica neomelodica, celebre per hit come “Ti porto all’altare”. Siciliano di nascita, ha conquistato Napoli con serenate e concerti sold-out. Tina Rispoli, invece, porta con sé un passato complesso: vedova di Gaetano Marino, boss degli Scissionisti ucciso nel 2012, il suo nome è da anni associato alle dinamiche criminali di Secondigliano. Insieme, i due hanno costruito una storia d’amore sotto i riflettori, culminata in un matrimonio da sogno nel 2019.

Le nozze, celebrate con un corteo nuziale che paralizzò corso Secondigliano – carrozza bianca e cavalli inclusi – e un “flash mob” in piazza del Plebiscito, finirono al centro di polemiche e inchieste. Quel giorno, cinque ispettori della Polizia Penitenziaria suonarono le trombe alla cerimonia, scatenando un caso che portò a sospensioni e processi. Un evento che, per molti, simboleggiava l’ambiguità della coppia: tra talento, eccessi e sospetti.

Il calvario giudiziario: dal carcere ai domiciliari

L’arresto del 17 ottobre 2023 segna l’inizio di un calvario. Tony finisce nel carcere di Secondigliano, poi ad Ariano Irpino; Tina, dopo un passaggio a Santa Maria Capua Vetere, viene trasferita a Pozzuoli. La Corte di Cassazione, nel marzo 2024, conferma la detenzione, respingendo i ricorsi dei legali. Ma il vento cambia: il 20 ottobre 2024 Tina ottiene i domiciliari a Minturno, seguita da Tony il 31 gennaio 2025, trasferito a Gaeta. Le esigenze cautelari si affievoliscono, preparando il terreno per l’assoluzione.

La difesa esulta ma sottolinea: “Un duro colpo alla carriera”

Gli avvocati Sergio Cola, Alfredo Sorge e Andrea Imperato non nascondono la soddisfazione. “Siamo soddisfatti: la sentenza fuga ogni dubbio ma ci teniamo a sottolineare che in tutti questi anni di sofferenza a farne le spese è stato l’uomo Tony Colombo e anche l’artista. La sua carriera di cantante ha subìto un duro contraccolpo e per questo vorremmo ancora una volta auspicare maggiore prudenza quando i procedimenti si trovano in fase preliminare”, dichiarano all’Ansa. E ancora: “Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci in maniera serena nel corso di un dibattimento, e questo è un bene per la Giustizia. Spiace l’impronta negativa iniziale e auspichiamo, ancora una volta, maggiore serenità”.

Il riferimento è chiaro: l’arresto e il clamore mediatico hanno danneggiato l’immagine di Colombo, mettendo in pausa una carriera al suo apice.

Tina Rispoli: un futuro sotto la lente della DDA

Se per Tony l’assoluzione chiude un capitolo, per Tina la storia giudiziaria non finisce qui. La donna, che un collaboratore di giustizia ha indicato come possibile leader del clan Marino dopo l’omicidio del marito, è indagata in un altro procedimento per riciclaggio. Un fascicolo separato, alle battute finali, che potrebbe riaprire il dibattito sul suo ruolo. Per ora, però, la sentenza di Poggioreale le restituisce la libertà, almeno su questo fronte.