“Armiamoci e partite”. È questo il commento sarcastico di Gioacchino Veneziano Segretario Generale Uilpa Polizia Penitenziaria Sicilia alla notizia che il Capo del Personale del Dipartimento della Giustizia Minorile ha disposto l’invio in missione con decorrenza immediata verso il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, Poliziotti Penitenziari in servizio negli Uffici di Esecuzione Esterna della Sicilia.

Veneziano: “Salvaguardare agenti da provvedimenti coatti”

“Forse il Capo del Personale del Dipartimento della Giustizia Minorile Presidente Alessandro Buccini Grimaldi – dichiara il leader della Uilpa Polizia Penitenziaria in Sicilia – non lo sa che in Sicilia nei capitoli di bilancio non ci sono soldi , quindi, i lavoratori dovrebbero pagarsi l’alloggio e il vitto con i propri stipendi per sopperire alle esigenze dell’amministrazione! Nondimeno al dottor Buccino – conclude il sindacalista regionale della Uil di settore – abbiamo inviato una missiva invitandolo a salvaguardare i lavoratori da qualsiasi ipotesi di provvedimenti coatti, senza il dovuto corrispettivo economico previsto nel provvedimento, informando anche il Sottosegretario alla Giustizia il leghista Senatore Andrea Ostellari, insieme al Capo del Dipartimento della Giustizia Minorile Presidente Antonio Sargemano”,

I problemi del Beccaria

Il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano sta vivendo un momento particolarmente difficile. Lo scorso 22 aprile tredici agenti di polizia penitenziaria, di cui dodici ancora in servizio presso la struttura, sono stati tratti in arresto. Le manette hanno preso forma in risposta a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta dei pubblici ministeri del V Dipartimento della procura. Parallelamente, otto dipendenti dello stesso corpo di polizia sono stati sospesi dal servizio. Le accuse che gravano su di loro sono di una gravità estrema: maltrattamenti nei confronti dei minori detenuti, anche per omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; complicità nel reato di tortura, anch’essa per omissione, aggravata dall’abuso di potere come pubblici ufficiali e dalla circostanza di aver perpetrato tali atti contro minori.