Gli agenti di Polizia penitenziaria di Augusta hanno rinvenuto e sequestrato 2 microcellulari e 3 smartphone nella disponibilità di alcuni detenuti della casa di reclusione. Secondo quanto emerge dalla ricostruzione degli inquirenti, il primo controllo è scattato dopo il colloquio tra alcuni reclusi ed il loro familiari.
Il passaggio dei cellulari nel colloquio
Uno dei detenuti aveva nascosto due microcellulari, uniti con del nastro adesivo, sotto le maniche della sua maglia e legati al braccio con un elastico. Si è scoperto che a consegnargli quei supporti sarebbe stato un parente che è stato identificato e denunciato in Procura, per cui, nei suoi confronti, nascerà un procedimento giudiziario.
Il rinvenimento di 3 telefonini nelle celle
Nelle ore successive, gli agenti, al comando dei dirigenti Dario Maugeri e Guido Maiorana, hanno sequestrato tre smartphone di ultima generazione posseduti da altrettanti detenuti. I telefonini erano stati occultati nelle rispettive celle in fori scavati all’ interno del muro e ricoperti con un impasto artigianale di stucco rimodellato ad arte.
I controlli
“Questa tipologia di controlli viene esperita – spiega il dirigente Dario Maugeri – per contrastare non solo il possesso indebito di telefoni cellulari da parte della popolazione carceraria, ma per assicurare la certezza della pena in condizioni di legalità e reprimere pratiche illegali di comunicazione fraudolente con l esterno da parte di quei detenuti che indebitamente vogliono mantenere le attività illecite.
Un anno fa l’operazione Alacatraz
Un anno fa, al termine di una indagine, chiamata Alcatraz conclusa dalla Polizia penitenziaria e dalla Guardia di finanza, furono emesse dal gip di Catania, su richiesta della Dda del capoluogo etneo, undici misure cautelari per altrettante persone, accusate a vario titolo, di traffico organizzato di sostanze stupefacenti e di spaccio di droga nella di reclusione di Augusta e di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti
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