• Centri commerciali chiusi nei week-end. Cambiato il contenuto della bozza del DL Covid.
  • Ira di Matteo Salvini su Twitter.
  • Nota congiunta delle associazioni che chiedono un incontro a Mario Draghi.

«Cancellata con un vero e proprio blitz la riapertura dei centri commerciali nei weekend a partire dal 15 maggio: ennesimo schiaffo al buonsenso, al lavoro, alla libertà, agli accordi».

Così su Twitter Matteo Salvini a proposito del decreto Covid. «Il Decreto era immodificabile per pranzare al chiuso e per togliere il coprifuoco alle 22, ma è stato ritoccato per ammassare più studenti sui mezzi pubblici e per punire il commercio. Così non va», ha aggiunto il segretario della Lega.

La decisione di non inserire più la riapertura dei centri commerciali dalla versione definitiva del DL Covid non è piaciuta, naturalmente, neanche a Ancc-Coop, Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc-Consiglio Nazionale dei centri commerciali e Federdistribuzione che, in una nota congiunta, hanno chiesto «un incontro urgente» con il presidente del Consiglio Mario Draghi, per conoscere le motivazioni.

«In un contesto fortemente in evoluzione, in cui a partire dalle prossime settimane si assisterà alla riapertura di numerose attività è assolutamente necessario fornire risposte chiare ai 600.000 lavoratori dei centri commerciali e fare chiarezza sui criteri utilizzati dal Governo e dagli organismi di supporto come il CTS – con cui le Associazioni hanno avuto anche recentemente degli incontri – per valutare una volta per tutte il grado di rischio connesso all’apertura delle strutture di grandi dimensioni in presenza di opportuni protocolli condivisi».

Critiche anche da Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha affermato: «Incomprensibile e punitiva la decisione del Governo Draghi di cancellare dal testo finale del decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale la norma che avrebbe consentito ai negozi di centri, parchi e gallerie commerciali di riaprire durante i weekend a partire dal 15 maggio. Fratelli d’Italia chiede al Governo di correggere oggi stesso questa assurdità, che rischia di dare il colpo di grazia ad un comparto già in grande sofferenza e mettere a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro».