Lupi in espansione, ma sempre vittime del bracconaggio. Progressi nella loro tutela, visto che fino a pochi decenni addietro erano confinati solo in poche aree dell’Abruzzo e forse del sud Italia, ed ora diffusi in tutta la penisola.
Dal cuore dell’Italia il canide selvatico è pian piano risalito lungo l’appennino, poi in Liguria ed infine nell’intera corona delle Alpi dove sembra essersi ricongiunto con alcuni esemplari provenienti dalla Slovenia.
Purtroppo, specie nelle Regioni dove la presenza del lupo era scomparsa da tempo, la convivenza con l’uomo non è sempre facile. Pregiudizi e mancanza di misure di prevenzione, producono ancora oggi numerosi atti di bracconaggio come quello nel quale ha perso la vita un giovane esemplare della Val d’Aveto, in provincia di Genova.
Il suo corpo è stato consegnato nella giornata di ieri dalla Polizia Provinciale al Centro Recupero Animali Selvatici dell’ENPA.
Il povero animale è stato trovato da un escursionista. Presentava, spiega la Protezione Animali, un’evidente ferita da arma da fuoco, probabilmente da addebitarsi ad un colpo esploso da una carabina. Un nuovo atto di bracconaggio, dunque, del quale verrà data immediata comunicazione alla magistratura.
Un fatto che ripropone ancora una volta l’esigenza di una maggiore protezione della fauna selvatica la cui uccisione viene ancora oggi sanzionata con semplici reati di contravvenzione. In più occasioni le associazioni hanno chiesto che tali comportamenti siano puniti con i più efficaci reati delitti, ma l’appello, finora, è rimasto inascoltato.
I lupi, oltre che dalla normativa nazionale, sono protetti anche dalle disposizioni Europee. Proprio gli Uffici di Bruxelles hanno già preannunciato al nostro paese, con l’apertura del fascicolo EU Pilot, la possibile procedura d’infrazione per la mancata repressione del bracconaggio.
Nella foto di Paolo Rossi, diffusa dall’ENPA di Genova, il lupo trovato ormai morto in Val d’Aveto.
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