Oggi, sabato 10 maggio, i leader di Francia, Regno Unito, Germania e Polonia – rispettivamente Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk – sono arrivati a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La loro missione: lanciare un appello congiunto per un cessate il fuoco totale e incondizionato di 30 giorni, da avviare lunedì 12 maggio, come primo passo verso negoziati di pace. La proposta, sostenuta dagli Stati Uniti, segna un momento di unità senza precedenti tra le potenze occidentali, con l’obiettivo di porre fine a oltre tre anni di conflitto tra Ucraina e Russia.
La proposta: 30 giorni per la pace
La proposta, annunciata durante una conferenza stampa a Kiev, prevede un cessate il fuoco su terra, aria e mare, senza precondizioni da parte di nessuna delle due parti in conflitto. “Tutti insieme, i leader qui presenti con i venti paesi membri della coalizione dei volontari, abbiamo deciso di sostenere un cessate il fuoco che avrà inizio lunedì prossimo, senza alcuna precondizione, né da parte degli ucraini né da parte dei russi”, ha dichiarato Emmanuel Macron. Il presidente francese ha sottolineato che questo accordo mira a “durare sulla terra, in aria e in mare, con una sorveglianza assicurata principalmente dagli Stati Uniti d’America e alla quale contribuiranno tutti gli europei”. L’Ucraina si è detta pronta a rispettare la tregua già da lunedì.
Un piano per negoziati duraturi
L’obiettivo del cessate il fuoco non è solo una pausa temporanea nelle ostilità, ma l’apertura di un percorso verso una pace solida e duratura. Macron ha spiegato che la tregua consentirà di “avviare immediatamente i lavori e i negoziati tra le parti interessate per costruire una pace solida e duratura sulla questione dei territori, sulle infrastrutture energetiche sensibili e, ovviamente, sulle garanzie di sicurezza”. Queste garanzie sono considerate fondamentali per prevenire future aggressioni. “Vogliamo la pace. Vogliamo, anzi speriamo, che la pace inizi lunedì con un cessate il fuoco, per poi sfociare in un trattato di pace duraturo”, ha aggiunto Macron, sottolineando la necessità di “garanzie di sicurezza che scoraggino ulteriori aggressioni in futuro”.
L’unità transatlantica
Un elemento centrale dell’incontro di Kiev è stata l’affermazione di un’unità transatlantica senza precedenti. Il premier britannico Keir Starmer ha dichiarato: “La posizione a cui siamo giunti oggi è di completa unità tra una serie di Paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti, sulla necessità di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni”. Questa coesione è stata ulteriormente rafforzata da una telefonata “fruttuosa” tra i leader europei, Zelensky e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, avvenuta al termine del vertice. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha confermato che “l’Ucraina e tutti gli alleati sono pronti per un cessate il fuoco totale e incondizionato su terra, aria e mare per almeno 30 giorni a partire già da lunedì”.
Sanzioni come deterrente
Per garantire il rispetto della tregua, i leader occidentali hanno adottato una linea dura. In caso di violazione del cessate il fuoco, sono previste sanzioni massicce coordinate tra Europa e Stati Uniti. “In caso di violazioni di questo cessate il fuoco, abbiamo concordato che saranno preparate massicce sanzioni e che saranno coordinate tra europei e americani”, ha avvertito Macron durante la conferenza stampa. Questa minaccia mira a esercitare pressione sulla Russia, che finora ha risposto con cautela. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha infatti condizionato l’accettazione della tregua a un’interruzione delle forniture di armi all’Ucraina, una richiesta che i leader occidentali non sembrano intenzionati ad accogliere.
Il ruolo della “coalizione dei volenterosi”
Il vertice di Kiev è stato organizzato sotto l’egida della coalizione dei volenterosi, un gruppo di circa venti Paesi occidentali che lavorano per fornire supporto militare, economico e diplomatico all’Ucraina. La riunione, a cui ha partecipato da remoto anche la premier italiana Giorgia Meloni, si è svolta in formato ibrido, con alcuni leader presenti fisicamente e altri collegati virtualmente. La coalizione ha ribadito il suo impegno a intensificare il sostegno a Kiev, non solo attraverso aiuti militari, ma anche attraverso iniziative diplomatiche per garantire una pace duratura. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Sosteniamo la proposta di un cessate il fuoco totale e incondizionato di 30 giorni. Deve essere attuato senza precondizioni per aprire la strada a significativi negoziati di pace”.
La risposta della Russia
Nonostante l’ottimismo dei leader occidentali, la risposta del Cremlino rimane incerta. Peskov ha ribadito che qualsiasi tregua dovrebbe essere accompagnata da uno stop alle forniture di armi a Kiev, sostenendo che altrimenti la pausa favorirebbe l’Ucraina. “L’Ucraina non è pronta per negoziati immediati”, ha aggiunto, negando che il presidente russo Vladimir Putin stia ostacolando il processo di pace. D’altro canto, i leader europei e americani hanno chiarito che la “palla è ora nel campo della Russia”, come sottolineato da diversi osservatori internazionali.
Un simbolo di solidarietà
La visita congiunta dei leader europei a Kiev, la prima di questo genere, ha avuto un forte valore simbolico. Arrivati in treno nella capitale ucraina, Macron, Starmer, Merz e Tusk hanno reso omaggio alle vittime della guerra presso il Memoriale per i Caduti in Piazza dell’Indipendenza. La loro presenza, a un giorno dalla parata militare del 9 maggio a Mosca, ha inviato un messaggio chiaro: l’Ucraina non è sola. “Siamo pronti a sostenere i colloqui di pace il prima possibile, a discutere l’attuazione tecnica del cessate il fuoco e a preparare un accordo di pace completo”, hanno dichiarato i quattro leader in una nota congiunta.
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