Il presidente della Women’s Tennis Association (WTA) Steve Simon ha avanzato dubbi sulla e-mail rilasciata dai media statali cinesi attribuita alla tennista Peng Shuai, che non è più apparsa in pubblico dopo la denuncia di violenza sessuale da parte dell’ex vice premier Zhang Gaoli.
Simon ha dichiarato che è “difficile credere” che l’e-mail sia stata scritta da Peng o per suo conto. L’e-mail in questione è stata pubblicata ieri, giovedì 18 novembre, dall’emittente CGTN, dove si legge: “Le notizie in quel comunicato, compresa l’accusa di violenza sessuale, non sono vere. Non sono sparita né sono in pericolo. Mi sto riposando a casa e tutto va bene. Grazie ancora per esservi presi cura di me”. Della tennista non si hanno notizie da due settimane.
“Ho difficoltà a credere che Peng Shuai abbia effettivamente scritto l’e-mail che abbiamo ricevuto o che creda a ciò che le viene attribuito”, ha detto Simon, aggiungendo: “La WTA e il resto del mondo hanno bisogno di prove indipendenti e verificabili che sia in salvo”. Simon ha anche ribadito che le accuse di violenza sessuale mosse all’ex vice premier cinese devono essere indagate “con piena trasparenza e senza censura. Le voci delle donne devono essere ascoltate e rispettate, non censurate”.
Anche Amnesty International ha alzato la voce, chiedendo alla Cina di dimostrare che è “al sicuro” la tennista: “il governo cinese ha sistematicamente messo a tacere il movimento Me too nel Paese. Dal momento che ha un approccio zero tolleranza alle critiche – ha denunciato la ricercatrice sulla Cina di Amnesty, Doriane Lau – è profondamente preoccupante che PENG Shuai sia scomparsa dopo aver accusato di violenza sessuale un ex alto rappresentante del governo. La recente cosiddetta dichiarazione di PENG che ‘va tutto bene’ non dovrebbe avere valore dal momento che i media cinesi hanno una lunga storia di dichiarazioni forzate o fabbricate”.
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