• Tutti parlano di Clubhouse ma tutti non possono accedervi.
  • Clubhouse è un’App social che si basa sull’audio.
  • Già evidenziato un problema sulla gestione dei dati e delle conversazioni degli utenti.

Se hai sentito parlare di Clubhouse non è detto che tu ne possa fare parte. Sì, perché questo nuovo social media sta costruendo la sua reputazione sull’esclusività dal momento che serve un invito per accedere.

COS’È CLUBHOUSE

In sintesi, Clubhouse è una rete sociale basata sull’audio. L’azienda stessa parla di sé come «un nuovo tipo di prodotto sociale basato sulla voce che consente alle persone di tutto il mondo di parlare, raccontare storie, sviluppare idee, approfondire amicizie e incontrare nuove persone interessanti».

In pratica, gli iscritti possono entrare e uscire da chat diverse e su argomenti diversi, come un podcast dal vivo e scorrevole. Possono sia solo ascoltare che naturalmente intervenire. Il magazine Vogue ha descritto l’esperienza come «un incontro vertiginoso di conversazioni live in stile podcast, discussioni di gruppo e opportunità di networking».

Attenzione, però: gli audio non possono uscire dall’applicazione. È questa la regola principale: le conversazioni non possono essere registrate né salvate (almeno fino a quando qualche ‘smanettone’ non escogiterà un’altra app che consentirà di farlo).

Clubouse è stato creato l’anno scorso da Paul Davison e Rohan Seth – fondatori di Alpha Exploration Co. – e nel mese di maggio è stato già valutato intorno ai 100 milioni di dollari, nonostante allora avesse soltanto 1.500 utenti, come riportato dalla CNBC.

COME SI OTTIENE L’INVITO PER ISCRIVERSI A CLUBHOUSE?

Come scritto all’inizio, non possiamo iscriverci a Clubhouse senza un invito. Chi ha un iPhone può scaricare già l’App e prenotare un nome utente. Tuttavia, è chiaro che, prima o poi, ci sarà l’espansione al grande pubblico, anche con l’approdo ad Android (che, infatti, per ora non c’è). I fondatori hanno spiegato che l’apertura al mondo non è avvenuto perché l’intenzione è costruire una comunità in modo lento, preparando al contempo le funzionalità per gestire un maggior numero di iscritti. Sul sito dell’APP, infatti, si legge: «Stiamo costruendo Clubhouse per tutti e stiamo lavorando per renderlo disponibile al mondo il più presto possibile».

Quindi, per adesso, ci vuole pazienza. A ogni nuovo membro viene assegnato un invito e, dopo un po’, se ne ottengono altri tre. Pertanto, se siamo invitati da un membro di Cluhouse, poi ne possiamo invitare fino a quattro.

E LA PRIVACY SU CLUBHOUSE?

Ebbene, secondo lo Stanford Internet Observatory, la piattaforma avrebbe una vulnerabilità di sicurezza informatica e pecche sulla privacy.

Come spiegato, infatti, dall’Ansa, la maggior parte del flusso dei dati si poggia su una società terza chiamata Agora, con sede a Shangai, in Cina. Pertanto, ogni dato potrebbe essere accessibile al governo cinese che già la scorsa settimana ha vietato l’uso dell’app ai propri cittadini.

I ricercato di Stanford hanno spiegato: «Abbiamo stabilito che il numero ID univoco di un utente viene trasmesso in chiaro e che Agora avrebbe probabilmente accesso all’audio grezzo degli utenti, fornendo potenzialmente l’accesso al governo cinese». Tali falle, comunque, sono state divulgate «privatamente a Clubhouse e verranno rese pubbliche quando saranno corrette o dopo una scadenza prestabilita».

Di conseguenza, la società fondatrice, l’Alpha Exploration Co., ha riferito alla Stanford Internet Observatory che sta rafforzando le misure di sicurezza, prevedendo blocchi che impediscono all’app di trasmettere riscontri ai server cinesi. E di certo, quando ci sarà lo sbarco diffuso in Italia dell’APP, ci sarà anche l’immancabile inervento del Garante della privacy nostrano.