Domani, 7 maggio, alle 16:30, la Cappella Sistina diventerà il cuore pulsante della cristianità con l’apertura del Conclave per l’elezione del 267° Pontefice.
In un’atmosfera di solennità e attesa globale, i cardinali si riuniranno sotto gli affreschi di Michelangelo per scegliere il successore di Papa Francesco. Le comunicazioni cellulari saranno bloccate, la Sistina schermata e il mondo avrà gli occhi puntati sul comignolo per la tanto attesa fumata bianca.
L’inizio del Conclave
Il Conclave prenderà il via con una processione alle 16:15 dalla Cappella Paolina, guidata dal cardinale Pietro Parolin, il più anziano per nomina e presidente dell’assemblea. I cardinali, dopo aver invocato lo Spirito Santo, entreranno nella Cappella Sistina, dove l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche, pronuncerà l’Extra omnes, chiudendo le porte al mondo esterno.
In un ambiente completamente bonificato da dispositivi di sorveglianza, inizierà la prima votazione. Ogni cardinale scriverà su una scheda il nome del candidato prescelto, accompagnandolo con la frase: “Eligo in Summum Pontificem”, e la depositerà in un’urna. Per essere eletto, il nuovo Papa dovrà ottenere almeno 89 voti, pari ai due terzi dei 133 cardinali elettori.
Misure di sicurezza senza precedenti
Per garantire la segretezza e la libertà del Conclave, le autorità vaticane hanno disposto il blocco delle comunicazioni cellulari all’interno della Basilica di San Pietro e della Cappella Sistina. “Ci è stato comunicato dalle autorità vaticane il blocco delle coperture telefoniche all’interno di San Pietro per rendere possibile ai cardinali di poter svolgere al meglio la loro funzione”, ha dichiarato Fabio Ciciliano, capo del Dipartimento della Protezione Civile, al termine del comitato operativo sul Conclave. Le società di telecomunicazioni hanno collaborato per bilanciare la sicurezza dei cardinali con le esigenze di comunicazione esterna, assicurando che i turisti e i fedeli fuori dal Vaticano non subiscano disagi. La Sistina è stata sottoposta a una bonifica tecnologica per impedire qualsiasi forma di sorveglianza esterna, un’operazione che riflette l’importanza di preservare l’integrità del processo.
Il rituale della fumata
Gli occhi del mondo saranno puntati sul comignolo della Cappella Sistina, dove la tradizione della fumata segnalerà l’esito delle votazioni. La prima fumata è attesa domani sera, intorno alle 19:00. Nei giorni successivi, salvo un’elezione rapida, sono previste due fumate giornaliere: una a metà mattina (circa le 12:00) e una nel tardo pomeriggio (intorno alle 17:30).
La fumata nera, prodotta bruciando le schede con cartucce chimiche a base di perclorato di potassio, antracene e zolfo, indicherà che non è stato raggiunto il quorum. La fumata bianca, ottenuta con l’aggiunta di lattosio e clorato di potassio, annuncerà invece l’elezione del nuovo Papa. Questa tradizione, modernizzata nel 2005 per maggiore chiarezza, rimane uno dei simboli più iconici del Conclave.
Un collegio cardinalizio unito
Alla vigilia del Conclave, il cardinale Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri, ha descritto un clima di grande fraternità tra i cardinali. “Ho l’impressione che queste settimane ci abbiano fatto diventare il collegio cardinalizio che in realtà non eravamo. Venivamo da tanti Paesi, molti di noi non si erano mai visti. Ora finalmente ci conosciamo”, ha dichiarato al Corriere della Sera. Vesco, frate domenicano di origine francese, ha espresso serenità: “Sono convinto che il Papa sia già stato scelto dal Signore”. Secondo il cardinale, non c’è un candidato dominante, ma “almeno cinque o sei personalità” potrebbero emergere. “Abbiamo bisogno di un pastore, di un testimone, di un padre,” ha aggiunto, riflettendo il desiderio dei fedeli espresso durante i funerali di Papa Francesco.
I candidati e le aspettative
Sebbene il Conclave sia avvolto dal segreto, le indiscrezioni raccolte da fonti vaticane suggeriscono un’ampia varietà di profili papabili. Tra i nomi circolati ci sono cardinali noti per il loro ruolo nella Chiesa globale, come Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, e Luis Antonio Tagle, prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ma anche figure meno prevedibili emerse durante le congregazioni generali. “Ci sono i candidati naturali, quelli conosciuti per il loro ruolo, e altri che intervengono e ti fanno pensare”, ha spiegato Vesco, sottolineando l’apertura della scelta. La necessità di un Papa capace di unire una Chiesa globale, affrontare le sfide moderne e incarnare il ruolo di “padre” sembra guidare le riflessioni dei cardinali.






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