All’arrivo in piazza a Massa per un evento elettorale, il leader M5S Giuseppe Conte ha iniziato la consueta stretta di mani tra la folla che si era radunata.

Il No Vax, avvicinandosi e fingendo di voler stringere la sua mano, lo ha poi colpito sul volto iniziando a inveire contro le misure di contenimento e protezione introdotte durante l’emergenza pandemica. L’aggressore è stato allontanato dalle forze dell’ordine. Lo riportano in una nota fonti del M5s.

Le parole di Conte

“Il dissenso è legittimo, ma questa manifestazione violenta esula dal contesto democratico”, ha dichiarato in seguito il presidente pentastellato.

“Quando ci si assume una responsabilità di governo si prendono decisioni difficili in momenti di grande difficoltà per l’intero Paese, come accaduto durante la pandemia. Non si può accontentare tutti nonostante si lavori al bene di tutti. Il signore che mi ha aggredito, che è un no vax convinto, ha dimostrato con il suo gesto violento che questo tipo di derive sono fatte da persone irresponsabili. Se avessimo seguito le loro indicazioni probabilmente oggi saremmo una comunità completamente distrutta”. Così Giuseppe Conte, commentando l’aggressione subita da un singolo No Vax a Massa. Al presidente M5s la solidarietà di Casini e Schlein.

L’indagine sulla pandemia

Conte e l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza saranno interrogati dal Tribunale dei ministri di Brescia il prossimo 10 maggio nell’ambito dell’inchiesta che vede entrambi indagati per la gestione della prima fase della pandemia di Covid-19 nel febbraio 2020.

Gli atti della procura di Bergamo, che ha condotto l’inchiesta per epidemia colposa e sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, sono stati trasmessi ai colleghi bresciani che a loro volta li hanno trasmessi al Tribunale dei ministri, presieduto dalla giudice civile Maria Rosa Pipponzi e composto da altri due giudici civili.

I motivi

Nel marzo scorso, la Procura di Bergamo ha chiuso un’inchiesta relativa alla pandemia che, nella provincia bergamasca, ha causato oltre 6.000 morti in più rispetto alla media dell’anno precedente.

L’inchiesta ha riguardato le accuse di omicidio colposo ed epidemia colposa e ha coinvolto 19 indagati, tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore della sanità lombardo Giulio Gallera.

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