I media della Corea del Nord hanno riferito che nella città di Haeju è stata segnalata un’epidemia intestinale, il cui numero dei casi è sconosciuto. Lo riporta Reuters.

Nel dettaglio, i media statali di Pyongyang hanno comunicato che è stata rilevata un’epidemia intestinale che finora non è stata identificata e l’epidemia si sta verificando in un momento in cui il Paese sta affrontando un’ondata senza precedenti di Covid-19 che ha portato all’isolamento.

È stato spiegato che le autorità stanno indagando sull’origine dello scoppio dell’epidemia intestinale a Haeju, nel sud del Paese, che potrebbe essere colera o febbre tifoide, come detto all’agenzia Reuters da un funzionario del Ministero dell’Unificazione della Corea del Sud.

Questa epidemia intestinale potrebbe aumentare le tensioni sul sistema sanitario della Corea del Nord. Né i media né le autorità nordcoreane hanno riportato il numero delle persone colpite. Gli esperti, però, ritengono che l’epidemia intestinale possa derivare da malattie comuni in quel Paese a causa della mancanza di trattamento delle acque reflue e di un deficit del sistema sanitario pubblico.

Il 15 giugno scorso, il leader nordcoreano Kim Jong Un ha inviato medicinali alla città di Haeju per aiutare i pazienti affetti da “epidemia enterica acuta” il prima possibile, secondo la televisione di stato KRT. Il termine enterico si riferisce al tratto gastrointestinale.

A tal proposito, gli esperti sanitari ritengono che l’invio di farmaci per curare l’epidemia intestinale da parte del leader della Corea del Nord sia una strategia politica per dimostrare che si prende cura dei suoi abitanti.

Infine, circa la diffusione del Covid-19, la Corea del Nord ha segnalato giovedì scorso, 16 giugno, altre 26.010 persone con sintomi di febbre e il numero totale di pazienti con febbre registrati in tutto il Paese dalla fine di aprile è vicino a 4,56 milioni. Il bilancio delle vittime, invece, è di ‘solo’ 73.

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