Chiunque di noi ormai sa cosa bisogna fare e non fare per allontanare il rischio di contagio da coronavirus: lavarsi le mani, mantenere le distanze, evitare gli spostamenti non essenziali… ma cosa dire delle donne in gravidanza e dei loro bambini?
Stando a quanto si legge su Newscientist.com, al momento le informazioni a riguardo sono poche. In Cina i rapporti parlano di una decina di donne incinte positive al coronavirus e i primi studi suggeriscono che la malattia ha uno scarso tasso di contagio.
Tuttavia, uno dei motivi di preoccupazione è che le donne che aspettano un bambino hanno maggiori probabilità di ammalarsi di influenza. Ciò perché la gravidanza indebolisce il sistema immunitario e, inoltre, il feto e l’utero esercitano una pressione sugli altri organi, polmoni compresi. Di conseguenza, alcune aree dei polmoni sono meno in grado di far circolare l’area e, quindi, sono più inclini ad infettarsi.
Alcuni tipi di infezione, poi, possono mettere a rischio anche il feto. Le febbri alte e prolungate in gravidanza, in particolare nel primo trimeste, sono associate ad alcuni difetti alla nascita. David Baud dell’ospedale universitario di Losanna, in Svizzera, ha spiegato: «Con qualsiasi infezione virale durante la gravidanza, il feto è a rischio di aborto spontaneo, parto di feto nato morto, restrizione della crescita, malformazione». Esistono, inoltre, prove secondo cui le donne in gravidanza sono maggiormente a rischio delle complicanze provocate da MERS e SARS, virus simili al coronavirus e che queste infezioni aumentano il rischio di aborto spontaneo.
Tuttavia, è difficile sostenere questo in relazione al coronavirus perché, come accennato, solo poche donne incinte positive sono state segnalate in Cina e altrove e, in linea di massima, si verificano aborti spontanei in circa un quarto di ogni graviidanza.
NUOVI STUDI
Uno studio pubblicato oggi, lunedì 16 marzo, da Yala Liu della Huazhong Universitu of Science and Technology (Cina) e dai suoi colleghi, ha coinvolto quattro donne che sono state infettate dal coronavirus quando hanno dato alla luce i rispettivi bambini. Tutte e quattro le donne, quindi, erano ammalate quando hanno partorito ma i piccoli sono nati sani, senza i sintomi del Covid-19.
Un bambino ha manifestato lievi problemi respiratori ma si è ripreso bene dopo alcuni giorni di trattamento. In due sono state riscontrate eruzioni cutanee ma sono scomparse entro 10 giorni senza trattamento. A tre, poi, è stato effettuato il test diagnostico ma nessuno è risultato positivo.
Un altro studio, che ha coinvolto nove donne che hanno dato alla luce 10 bambini ha riportato risultati più contrastanti. Nove bambini sono sopravvissuti e nessuno è risultato positivo al nuovo coronavirus ma sei sono nati con il fiato corto e due hanno avuto la febbre.
Altri studi sono stati, però, più rassicuranti. Ad esempio, in uno che ha coinvolto 15 donne con il Covid-19 durante la gravidanza, nelle pazienti non sono stati riscontrati sintomi peggiori rispetto alle donne che non aspettano un bambino. Inoltre, «le donne in gravidanza hanno ottenuto un buon recupero senza l’uso di farmaci antivirali». Tutte le undici donne, inoltre, hanno partorito e nessun bambino è risultato infetto. In una guida pubblicata il 9 marzo scorso sul Covid-19 in gravidanza, la dott.ssa Pat O’Brien, vicepresidente del Royal College of Obstretricians and Gynecologist (RCOG) ha affermato: «Al momento, non ci sono prove del fatto che esista un rischio di aborto aumentato ma siamo alla ricerca di ulteriori informazioni».
E L’ALLATTAMENTO?
In Cina i medici hanno optato per la cautela e le donne a cui è stato diagnosticato il coronavirus prima del parto sono state separate dai loro neonati per due settimane, nutriti con latte artificiale. Tuttavia, secondo il già citato RCOG «si tratta di una decisione molto difficile e con pro e contro» perché «se separi la madre e il bambino, perdi tutti i benefici del legame e dell’allattamento al seno». Insomma, i primi rapporti suggeriscono che il coronavirus non si trasmette da madre a figlio tramite il latte materno ma le autorità sanitarie consigliano alle neo mamme contagiate di prendere precauzioni durante l’allattamento, come lavarsi le mani e indossare una maschera.
Poi, c’è la questione dello sviluppo degli anticorpi contro il coronavirus in chi è stata ocontagiata e ciò potrebbe fornire ai bambini una protezione contro il Covid-19 tramite l’allattamento al seno. In questo modo, tecnicamente, tali bambini potrebbero essere i primi a ricevere una sorta di ‘vaccino’, ha spiegato la dott.ssa O’Brien. Tuttavia, ha sottolineato l’esperta, anche sotto quesrt’aspetto non ci sono evidenze scientifiche.
La raccomandazione, infine, per le donne in gravidanza è prendere le dovute precauzioni ed evitare le aree affollate.
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