Cani, soprattuto, ma anche altri animali lasciati spesso all’interno di autoveicoli sotto il sole o comunque in situazioni precarie.
Comportamenti che continuano a ripetersi nonostante il divieto di legge imposto dall’articolo 727 del Codice Penale che, sebbene di sola natura contravvenzionale e recentemente passato tra le competenze del Giudice di Pace, vieta di detenere animali in condizioni inidonee e produttrici di gravi sofferenze.
Il rischio più grosso sono gli attacchi di panico che sottopongono il cane a condizioni di forte stress, oltre che alle alte temperature. Se la macchina viene lasciata sotto il sole, infatti, nell’abitacolo si raggiungo velocemente temperature che possono portare il breve tempo alla morte.
“Cotto”, più o meno, come in un forno.
E’ già successo, anche in Italia, che i Vigili del Fuoco e le stesse Forze dell’Ordine, constata l’impossibilità nel potere contattare il proprietario del mezzo, hanno provveduto alla rottura del vetro per dare libertà al povero animale trovato agonizzante. A poco serve lasciare il finestrino abbassato quanto basta per non fare uscire il cane. A quest’ultimo, infatti, bisognerebbe garantire una forte corrente d’aria (che non lo risparmia, però, da pericolosi attacchi di panico) per assicurargli un minimo di ambiente … respirabile. Ancora più pericoloso lasciare il finestrino abbassato e legare in qualche maniera il cane. Il povero animale, agitato da quello che crede essere un abbandono, potrebbe riuscire a sporgersi per tentare di saltare fuori dall’abitacolo, con il rischio di finire impiccato grazie allo stesso guinzaglio.
Un caso di questo genere è stato documentato la scorsa estate in Arkansas. La polizia locale era intervenuta per un furtarello commesso in un centro commerciale di Arkansas City. Giunti sul posto i poliziotti venivano allertati da un impiegato dello stesso negozio per la presenza di un cane impiccato.
Era successo esattamento quello che poteva capitare nella peggiore delle ipotesi. Un cane legato all’interno di un furgoncino lasciato incustodito e con il finestrino abbassato per garantire l’aerazione. Il povero animale, nel tentativo di saltare fuori dal mezzo, era riuscito a sporgersi quanto è bastato per oltrapassare la portiera. Il guinzaglio aveva così funzionato come una corda da impiccato. Il cane sembrava ormai morto, ma i poliziotti hanno tentato lo stesso di rianimarlo. Velocemente sciolto dal mortale “cappio” è stato steso per terra, è stato bagnato con dell’acqua e rianimato. Il cuore ha ripreso così a battere ed in questo caso la storia ha presentato il lieto fine. La stessa Polizia di Arkansas City è stata sommersa di complimenti. In molti, però, hanno chiesto sul destino giudiziario del proprietario del mezzo. In molti Stati degli USA, infatti, i reati in danno degli animali sono considerati gravi e puntiti in molti casi con l’arresto in flagranza. La polizia ha assicurato i numerosi cittadini indignati che quanto occorso era stato comunicato al Procuratore Distrettuale.
Il fatto, nonostante sia successo in estate, ha comunque evidenziato cosa può succedere ad un cane lasciato in un mezzo incustodito. Anche in inverno, una macchina lasciata sotto il sole, raggiunge velocemente temperature proibitive.
Giova ricordare che in Italia le ipotesi di uccisione di animale sono considerate da un reato – delitto, più potente, dunque, rispetto a quello di contravvenzione di cui all’art. 727. Il reato, però, è applicabile solo nelle ipotesi di dolo. Deve, cioè, essere constatata la volontà di uccidere l’animale. Non è considerabile, pertanto, in caso di negligenza salvo applicare il “dolo eventuale”. Il proprietario, in altri termini, non poteva non sapere che lasciando il cane in quelle condizioni poteva procurare situazioni di maltrattamento o morte, punite dagli articoli 544 bis e 544 ter del Codice Penale. Si deve dimostrare una fattispecie più difficile e la condanna da raggiungere è tutta in salita.
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