Le mascherine ormai rappresentano un modo essenziale per proteggere noi stessi e gli altri dal Covid-19. Ma quali sono quelle più efficaci? Quelle in tessuto o le chirurgiche?

Mascherine in tessuto

Le mascherine di stoffa devono essere conformi e soddisfare determinati standard. Non tutte le mascherine in tessuto sono buone da utilizzare: bisogna verificare che siano state realizzate secondo le regole. Queste mascherina si possono classificare in due categorie: a) la categoria 2 filtra fino al 70% delle emissioni di chi indossa la mascherina; la categoria 1, fino al 90%.

Si consiglia di indossare queste mascherine per un massimo di 4 ore al giorno e di lavarle bene a 60 °C dopo ogni utilizzo. Attenzione, però, non sono riutilizzabili a vita: anzi, a seconda della mascherina che si acquista, è necessario verificare il numero di lavaggi possibili prima che cessi di essere efficace.

Mascherina usa e getta (o chirurgiche)

Le cosiddette mascherine ‘chirurgiche’ da parte loro, filtrano fino al 95% delle particelle emesse da chi le indossa. Proteggono anche chi le indossa dalle emissioni di goccioline emesse da una persona che si trova di fronte. La mascherina chirurgica è, quindi, necessaria per il personale ospedaliero ma anche per le persone più vulnerabili come gli anziani o chi ha problemi di salute.

L’Alto Consiglio della sanità pubblica francese (HCSP), comunque, ha redatto un rapporto il 23 luglio scorso. Ha spiegato che la mascherina di stoffa è «abbastanza efficace per la popolazione generale».

Infine, va ricordato che la mascherina, che sia chirurgica o in tessuto, deve coprire naso, bocca e mento. Una volta indossato, va evitato di toccarla o abbassarla altrimenti il rischio è di contaminarla.

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