Per via del gran numero di persone contagiate dal SARS-CoV-2 è possibile identificare un profilo tipico di una persona particolarmente vulnerabile al Covid-19.

Gli uomini di età superiore ai sessanta anni sembrano essere più inclini a contrarre le forme gravi della malattia, soprattutto se hanno anche altre patologie croniche come ipertensione, insufficienza cardiaca o diabete. L’ultimo rapporto settimanale dell’OMS sull’epidemia indica che il 60% dei morti sono stati uomini. Ma c’è una realtà fisiologica dietro questa osservazione?

In una pubblicazione sull’European Heart Journal, un team di ricercatori, guidato da un’università olandese, pensa avere trovato il modo per spiegare questsa differenza. Gli uomini hanno una maggiore concentrazione di ACE2 nel plasma rispetto alle donne.

L’enzima ACE2 (enzima di conversione dell’angiotensina 2 o angiotensina) è la porta d’ingresso per il coronavirus quando è incorporato nella membrana plasmatica di una cellula. Ma può anche essere in una forma libera circolante nel plasma sanguigno.

Tuttavia, è noto che elevate concentrazioni plasmatiche di ACE2 aumentano il rischio di infarto. I ricercatori hanno, quindi, confrontato il livello plasmatico di ACE2 tra gli uomini e le donne con insufficienza cardiaca.

Sono stati confrontati due campioni indipendenti, ciascuno composta da oltre 1.000 uomini e oltre 500 donne provenienti da tutta Europa. Tutti i partecipanti soffrono di insufficienza cardiaca ma non sono stati infettati dal SARS-CoV-2. La concentrazione di angiotensina è stata misurata mediante un test immunoenzimatico nei campioni di plasma.

Nei due gruppi analizzati, la concentrazione di ACE2 è più alta negli uomini che nelle donne. Una concentrazione plasmatica relativa media di 5,46 per gli uomini e 5,16 per le donne. Gli scienziati hanno, quindi, concluso che «questo potrebbe spiegare perché gli uomini sono più sensibili all’infezione da SARS-CoV-2 e alle sue conseguenze».

Gli scienziati suggeriscono, inoltre, che alte concentrazioni di angiotensina in circolazione possono anche riflettere una maggiore espressione di ACE2 sulla superficie delle cellule. L’ACE2 è espresso in molti organi come i polmoni, il cuore e i testicoli. In questo studio non è stato fatto alcun esperimento per esplorare questo collegamento, per il momento è solo una speculazione.

Lo studio, però, ha i suoi limiti. Considera solo i pazienti con insufficienza cardiaca, un importante fattore di comorbilità nel Covid-19 ma non l’unico. Infine, poiché nessun paziente dei due camponi sono stati infettati dal coronavirus, è impossibile stabilire un legame diretto tra la concentrazione di ACE2 nel plasma e le complicanze della malattia. Fonte: Futura-Sciences.com.