“L’Unione europea si faccia restituire i 6 miliardi dalla Turchia per gestire i profughi provenienti dalla Siria“. Lo chiede il gruppo della Lega all’Europarlamento. La deputata Francesca Donato stigmatizza la posizione dell’Unione Europea sulla decisione di Erdogan di aprire i propri confini ai profughi siriani.

Secondo la parlamentare, l’Ue si starebbe comportando come Ponzio Pilato, “lavandosene le mani e tacendo su quanto sta accadendo ai confini della stessa Turchia”. Per la Lega è un “vero e proprio atto di genuflessione nei confronti di Ankara che, oltre ad aver agito in violazione del diritto internazionale, attaccando la Siria, adesso si permette anche di ricattare la stessa Unione Europea, decidendo di aprire le proprie frontiere agli stessi profughi che erano stati accolti nel territorio turco e che là vivevano”.

La Donato ha annunciato la presentazione di un’interrogazione, di cui è firmataria, da parte di tutti i parlamentari europei della Lega sulla situazione siriano-turca e sul movimento migratorio dalla Siria. In particolare nel testo viene chiesto l’azzeramento del contributo finanziario versato dall’Unione Europea alla Turchia, oltre alla richiesta di restituzione dei 6 miliardi, per il mancato rispetto degli accordi sulla gestione dei migranti.

“Apprendiamo, anche, la brutta notizia relativa ai diversi scontri che sarebbero avvenuti, in queste ore, proprio vicino alla frontiera della Grecia che ha già chiuso i confini dove erano diretti 4000 profughi di guerra siriani. Inoltre, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sarebbero già in attesa tredicimila persone, a cui si sono anche aggiunti afghani e iracheni, pronti a superare i confini. Una vera follia che si aggiunge alla dichiarazione fatta da Omer Celik, portavoce del Partito al potere Akp, che ha parlato di ‘oltre 3,6 milioni di profughi presenti nel territorio turco’ e ribadendo di ‘non avere più la capacità di contenerli’. Se così fosse ci ritroveremmo davvero davanti ad un flusso migratorio di proporzioni epocali con il rischio per l’Europa di non essere in grado di gestire un tale evento”.