Governo Draghi agli sgoccioli. Il MoVimento 5 Stelle ha annunciato che non voterà la fiducia sul DL Aiuti al Senato. Non ci sarà il no ma la mancata partecipazione al voto. Infatti, il via libera al provvedimento non sarà in discussione, nonostante l’assenza dei pentastellati.

Di conseguenza, Mario Draghi salirà al Quirinale e chiederà al Capo dello Stato Sergio Mattarella di non essere rinviato alle Camere perché, per il premier, “non c’è un governo senza MSS né c’è un governo Draghi”, come detto poche ore fa.

Tuttavia, c’è chi sostiene che la scelta del M5S di aprire una crisi di governo in un periodo delicato come questo potrebbe portare ad altre defezioni verso Luigi Di Maio. Lo sostiene il sociologo e sondaggista Renato Mannheimer, intervistato da Il Giornale: “Conte gode ancora di una forte popolarità personale, conquistata quando era premier, però non è facile trasformarla in voti. Se scegliesse lo strappo ci sarebbero altre defezioni verso il gruppo di Di Maio”.

Sugli scenari dopo la certezza della crisi di governo, il centrodestra è compatto nella necessità di tornare alle urne.

Enrico Letta, segretario del PD, invece ha fatto sapere: “Chiederemo di fare una verifica per capire se questa maggioranza c’è ancora o no” ma è “evidente che la scelta annunciata da Conte e dal M5S rimette in discussione molte cose, e in una maggioranza così eterogenea ci sono dei distinguo. Ma io non mi preoccupo, esiste il voto di fiducia che è fondamentale”. Però, anche per il PD non c’è altra strada che il voto. Certo, bisognerà capire se al Partito Democratico converrà o no continuare l’alleanza politica con il M5S.

E Carlo Calenda, leader di Azione, su Twitter scrive: “L’alleato principale del Pd fa cadere il Governo Draghi. L’alleato principale di Forza Italia non partecipa al Governo Draghi. Sono pronto però a scommettere che in caso di elezioni destra e sinistra spiegheranno che sono compatti come la roccia e pronti a governare. Vi chiederanno il voto utile (per loro), dopo una legislatura in cui è stato del tutto inutile. Contano sul vostro ‘addestramento’ trentennale a sottomettervi alla servitù volontaria del voto ‘contro’. A tutto ciò opporremo un programma serio e netto e una buona classe dirigente”.

Infine, Giovanni Toti, leader di Italia al Centro, su Twitter: “I nostri parlamentari hanno sempre sostenuto il governo pur senza farne parte, per senso di responsabilità. Ora avanti con Draghi anche senza 5 stelle. Anzi… forse è pure meglio”.

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