Al momento la Russia non prevede di schierare truppe nei territori delle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, in Donbass, fornendo assistenza militare in caso di minaccia. Così Andrei Rudenko, viceministro degli Esteri di Mosca, citato da Interfax.

Il Parlamento di Mosca ha ratificato gli accordi di cooperazione con le repubbliche separatiste dell’Ucraina orientale e Rudenko ha spiegato che questi trattati comprendono la fornitura di “aiuti militari” ma ha aggiunto che dovrebbe essere evitata ogni “speculazione” sul dispiegamento di truppe. “Per ora, nessuno ha intenzione di inviare nulla da nessuna parte”. Tuttavia, Denis Pushilin, leader della repubblica separatista del Donetsk, ha dichiarato a Rossiya 24 che non esclude di chiedere aiuto militare alla Russia.

Intanto, oggi a Bruxelles, ci sarà una riunione di emergenza della commissione NATO – Ucraina. Al termine ci sarà una conferenza stampa del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Domani, invece, alle 16, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio terrà una informativa sulla crisi in Ucraina alla Camera. Il capigruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, ha protestato perché l’informativa non sarà tenuta dal presidente del Consiglio Mario Draghi.

Da Londra, poi, tuona il premier britannico Boris Johnson che valuterà se inviare ulteriori aiuti militari a Kiev. Johnson, parlando alla Camera dei Comuni, ha riferito che l’Ucraina ha avanzato richieste per avere ulteriore assistenza militare e il governo di Londra ci sta pensando.

La UEFA, infine, sta monitorando la situazione ma, al momento, “non ci sono piani per cambiare la sede” della finale di Champions League, in programma il 28 maggio a San Pietroburgo, in Russia. Per Boris Johnson, però, si tratta di una scelta sbagliata.

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