Il ministro Lorenzo Fioramonti ha rassegnato le sue dimissioni con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La decisione sarebbe legata alla mancanza nella Manovra di fondi per la scuola, l’Università e la ricerca, per cui già dai primi giorni del suo mandato aveva chiesto risorse per 3 miliardi di euro.
Al suo posto, secondo indiscrezioni raccolte dal Corriere della Sera, già sarebbe pronto il nome del sostituto: Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia. Morra era già stato indicato come papabile per diventare ministro durante la formazione del governo Conte-bis.
Stando a quanto riportato dal Messaggero, poi, una ‘pattuglia’ di deputati potrebbe uscire dal MoVimento 5 Stelle con l’ex ministro per creare un gruppo autonomo sempre di sostegno a Conte: «Secondo fonti qualificate dovrebbe formare un proprio gruppo parlamentare filo-contiano e, in prospettiva, un nuovo soggetto politico. Con Fioramonti sarebbero in uscita deputati come De Toma, Cataldi, Aprile, Angiola, Rospi, Rossini, Rachele Silvestri».
FIORAMONTI SU FACEBOOK
In lungo post su Facebook, Lorenzo Fioramonti, confermando le dimissioni, ha affermato: «Le ragioni sono da tempo e a tutti ben note: ho accettato il mio incarico con l’unico fine di invertire in modo radicale la tendenza che da decenni mette la scuola, la formazione superiore e la ricerca italiana in condizioni di forte sofferenza. Mi sono impegnato per rimettere l’istruzione – fondamentale per la sopravvivenza e per il futuro di ogni società – al centro del dibattito pubblico, sottolineando in ogni occasione quanto, senza adeguate risorse, fosse impossibile anche solo tamponare le emergenze che affliggono la scuola e l’università pubblica».
E ancora: « Non è stata una battaglia inutile e possiamo essere fieri di aver raggiunto risultati importanti: lo stop ai tagli, la rivalutazione degli stipendi degli insegnanti (insufficiente ma importante), la copertura delle borse di studio per tutti gli idonei, un approccio efficiente e partecipato per l’edilizia scolastica, il sostegno ad alcuni enti di ricerca che rischiavano di chiudere e, infine, l’introduzione dell’educazione allo sviluppo sostenibile in tutte le scuole (la prima nazione al mondo a farlo). La verità, però, è che sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella ‘linea di galleggiamento’ finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c’è la volontà politica».
«Le dimissioni – scrive ancora Fioramonti – sono una scelta individuale, eppure vorrei che – sgomberato il campo dalla mia persona – non si perdesse l’occasione per riflettere sull’importanza della funzione che riconsegno nelle mani del Governo. Un Governo che può fare ancora molto e bene per il Paese se riuscirà a trovare il coraggio di cui abbiamo bisogno».
LE REAZIONI
Per Antonio Iannone, senatore di Fratelli d’Italia: «Babbo Natale ha portato un bel regalo al mondo della scuola italiana: le dimissioni del ministro Fioramonti. Sarà ricordato per il suo decreto ammazza precari e per aver chiesto di sostituire il crocifisso con il mappamondo. Insomma era degno del governo giallorosso, non della scuola italiana che aspetta risposte concrete».
E Giorgia Lentini, deputata della Lega, vicepresidente della commissione Cultura alla Camera, ha affermato: «Il governo giallo-rosso ha fallito ulteriormente: le dimissioni di Lorenzo Fioramonti sono l’ennesima conferma del disastroso accordo di palazzo messo in piedi lo scorso agosto solo per meri interessi personali. Lo smacco maggiore Fioramonti lo ha ricevuto proprio dalla sua stessa maggioranza: la Legge di bilancio si chiude con risorse per 2 miliardi invece dei 3 chiesti dal ministro Fioramonti. Il duo M5S-PD non ha saputo dare risposte concrete neppure ad un loro rappresentante, figuriamoci quali garanzie possono dare agli italiani. Ci conforta, ad ogni modo, il segnale di coerenza dimostrato dell’ex titolare del Miur che si è distanziato da chi, come lo stesso Di Maio, dimostra ogni giorno di anteporre la poltrona al bene del Paese».
Filippo Mulé, deputato di Forza Italia, in una nota ha scritto: «Come un castello che si sgretola, salutiamo con rispetto la decisione del ministro Fioramonti di dimettersi dall’esecutivo Conte. È un atto di denuncia e dignità nei confronti di un governo che promette e non mantiene, di un governo di imbroglioni che fa della propaganda la sua ragione di esistenza come ha dimostrato la legge di stabilità ‘tasse e manette’. Questo governo, come ha detto fin dalla sua nascita Silvio Berlusconi, non ha ragion d’essere perché si fonda solo su un volgare patto della poltrona».
Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa, ha scritto su Twitter: «Le dimissioni di Fioramonti mostrano l’impossibilita’ di un governo serio con il M5S. Di Maio rivendica la conferma di quota cento e reddito di cittadinanza, assistenzialismo che brucia risorse per ricerca e istruzione. Il cortocircuito populista M5S danneggia il paese, una volta di più».
Giacomo Portas, deputato indipendente di Italia Viva, ha affermato: «La vicenda Fioramonti dice che questo governo perde i ministri come le foglie d’autunno di un albero. La sua credibilità è ridotta a zero, e ogni giorno sono sempre più convinto di aver fatto bene a non votare la fiducia».
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