- Il Comitato Tecnico Scientifico ha dato il via libera alla riapertura delle discoteche.
- In zona bianca, con capienza del 35% al chiuso e al 50% all’aperto.
- Attacco della SIAE al CTS.
Via libera dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) alla riapertura delle discoteche in zona bianca, con un limite del 35% della capienza al chiuso e del 50% all’aperto.
Il CTS, in una nota a firma del portavoce Silvio Brusaferro, ha sottolineato che le attività nelle sale da ballo e discoteche “si configurano tra quelle che presentano i rischi più elevati per la diffusione del virus”. Tuttavia “fermo restando che gli accessi a queste attività debbano avvenire esclusivamente attraverso un meccanismo di registrazione che consenta un eventuale tracciamento e solo in presenza di green pass valido, si ritiene che se ne possa considerare l’apertura con una progressiva gradualità anche tenendo conto della necessità di valutare l’impatto delle misure già adottate”.
Il CTS “ritiene che queste attività possano essere consentite in zona bianca” garantendo: una presenza, compreso il personale dipendente, pari al 35% della capienza massima al chiuso e al 50% all’aperto; la presenza di impianti di aereazione senza ricircolo d’aria e rispondenti ai requisiti qualitativi specificati nei documenti di indirizzo ISS; l’uso obbligatorio dei bicchieri monouso; la garanzia della possibilità di frequente igienizzazione delle mani oltre che la pulizia e la sanificazione dei locali; l’utilizzo della mascherina chirurgica nei vari momenti ad eccezione di quello del ballo, paragonabile alle attività fisiche al chiuso.
L’ATTACCO DELLA SIAE
«Le condizioni poste dal CTS per la riapertura delle discoteche la rendono di fatto impossibile, e suonano surreali le dichiarazioni entusiaste sul ‘primo passo’, dato che nella sostanza non c’è nessun passo. I costi di gestione di un locale sono troppo ingenti per poter riaprire con gli introiti di un 35% di capienza». Lo scrive la SIAE in una nota.
«In alternativa – ha aggiunto – i gestori sarebbero obbligati a praticare prezzi inaccessibili ai più. Sarebbe stato più onesto dire ‘non ci sono le condizioni, non si può riaprire’, ma con i dati sule vaccinazioni sarebbe stato difficile da motivare. È riscontrabile sul sito del governo: l’84,23% della popolazione ha fatto almeno una dose di vaccino; il 79,47% ha completato il ciclo vaccinale. Nel giugno 2020, nonostante SIAE fosse contraria, con un DPCM il Governo riaprì senza limitazioni le discoteche, con le conseguenze tristemente note. Ora che sembrano esserci le condizioni di fatto le costringe a restare chiuse, senza una valida motivazione. Riteniamo sbagliato correggere un errore con un altro errore. Lo stesso discorso vale per i concerti, che restano impossibili da organizzare».
La petizione che SIAE ha lanciato sulla piattaforma www.cultura100x100.it ha raccolto finora oltre 17 mila firme e chiede la riapertura a capienza totale e in sicurezza dei luoghi della cultura. «Gli appelli di autori, artisti, organizzatori, lavoratori dello spettacolo e semplici cittadini restano inascoltati; il severo protocollo redatto per le associazioni di categoria da autorevoli scienziati – ha aggiunto SIAE – non viene preso in considerazione. Non vogliamo morire sani. Senza possibilità di lavorare l’industria della musica live rischia seriamente di scomparire, portando con sé la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, soprattutto per i più giovani. Ribadiamo per l’ennesima volta che l’industria della cultura è una delle più importanti del paese, per valore, occupati e riconoscibilità all’estero. È tempo di farla ripartire a pieno regime, perché c’è il rischio di far morire un settore. Non ci sono figli di un Dio minore tra i lavoratori dello spettacolo».
Matteo Salvini, leader della Lega: «Discoteche riaperte, col Green Pass, ma solo col 35% di capienza? Presa in giro senza senso scientifico, sanitario, sociale ed economico, con questi numeri rischiano di fallire 3.000 aziende e di rimanere a casa 200.000 lavoratori».
Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno del MoVimento 5 Stelle: «Riaprire le discoteche con una capienza limitata del 35% sarebbe una presa in giro. Inoltre teatri, cinema e spettacoli, attendono da settimane l’aumento della capienza al 100%. O si riaprono i locali del tutto o si torna a ristori seri. Queste persone, queste imprese, non possono vivere senza lavorare».
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