Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto Lavoro dopo che si è riunito lo scorso primo maggio. Esso prevede un nuovo taglio del cuneo fiscale, con aumenti in busta paga dagli 80 ai 100 euro mensili fino a dicembre per i redditi fino a 35 mila euro annui, incentivi per le assunzioni di giovani, contratti a termine che potranno durare fino a 24 mesi, superamento del reddito di cittadinanza con l’assegno di inclusione.

Le reazioni

Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, a RTL, commentando il Decreto Lavoro, ha affermato: “Riuscire a destinare tra gli 80 e i 100 euro per le buste paghe di lavoratrici e lavoratori che arrivano fino a un massimo di 2.500 euro al mese, penso che sia qualcosa che da anni, anni e anni non si vedeva e non si toccava con mano in busta paga, che possa essere una boccata di ossigeno e di speranza per milioni di lavoratori”.

Soddisfatto anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri: “Festeggiare il lavoro significa anche dare buone norme per i lavoratori, noi abbiamo approvato una serie di norme che vanno nella direzione di sostenere i lavoratori che guadagnano di meno quindi troveranno in busta paga aumenti fino a 100 euro. Abbiamo fatto un buon lavoro, abbiamo investito un tesoretto che era stato risparmiato per aiutare i lavoratori che guadagnano di meno, nella prospettiva di aiutare l’occupazione e rafforzare il lavoro. L’obiettivo del governo e di Forza Italia è rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale e in generale ridurre la pressione fiscale, oltre che aumentare i salari minimi e le pensioni”.

Critiche dall’opposizione. Vittoria Baldino, vicecapogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: “Stupisce la sfacciataggine con cui governo mente. Hanno presentato un mini taglio del cuneo fiscale come la svolta epocale nel mondo del lavoro. Invece di aumentare il salario minimo per legge, di fatto si dà ai lavoratori poche decine di euro in più in busta paga, mentre l’inflazione morde all’8%. È solo una piccola compensazione che non basta a coprire decenni in cui i salari italiani sono diminuiti invece di aumentare come accaduto in tutto il resto d’Europa. Ma il governo è consapevole della debolezza della narrazione tanto che sono scappati dalle domande dei giornalisti, forse memori della figuraccia di Cutro. In entrambi i casi hanno usato una difficoltà per una inutile passerella politica”.